Organici e crediti dal ministero
La scuola è sul piede di guerra

Il mondo della scuola è sul piede di guerra. Organici e crediti dal ministero sono i temi della battaglia di Cgil, Cisl e Uil: i sindacati confederali hanno annunciato una mobilitazione regionale della scuola lombarda fino al 10 giugno.

Rifiuto dello straordinario per prestazioni che non siano già programmate, una serie di incontri con i prefetti per analizzare le diverse situazioni nella nostra regione, un incontro dei dirigenti scolastici regionali il 18 maggio e una manifestazione il 25 maggio al Pirellone. Queste le iniziative messe in campo per il momento, iniziative che comunque non influiranno sulla fine dell'anno scolastico e sugli scrutini.

Anche se - secondo i sindacati - la situazione è grave. Soprattutto sul fronte dei fondi disponibili. Tanto che alcuni presidi sono letteralmente sull'orlo della bancarotta e hanno provocatoriamente chiesto di essere denunciati. La scuola lombarda deve ricevere dal ministero 200 milioni, 25 milioni solo gli istituti bergamaschi (12 milioni per le supplenze). Per i pagamenti i dirigenti hanno dato fondo alle casse, usando praticamente tutto il disponibile, anche i soldi delle iscrizioni al prossimo anno.

Il problema dell'organico: a fronte di aumenti di studenti (+1.035 nella primaria, +641 nelle medie e + 445 alle superiori), con un aumento anche delle richieste del tempo pieno a fare da corollario, sono stati tagliati 416 docenti (41 alla primaria, 200 alle medie, 90 nelle superiori, oltre a 85 posti nell'organico di fatto).

I tagli attuati e previsti incidono soprattutto sui supplenti, i precari storici, che rischiano di perdere il posto: i sindacati chiedono ora il loro ingresso in ruolo, promesso dal ministero, e per chi resterà fuori l'utilizzo di ammortizzatori sociali. Sottolineando, ovviamente, il rischio di ulteriori tagli alla qualità del servizio.

Preoccupazioni sono state espresse da Cgil, Cisl e Uil anche per il personale Ata (taglio nazionale di 15 mila posti, 700 a Bergamo) mentre sul fronte delle scuole d'infanzia - anche se i posti sono stati confermati - è stato sottolineato che ci sono ancora 285 bambini in lista d'attesa, per i quali servirebbero 23 nuove sezioni che non sono state previste.

Insomma una situazione complessa che ha spinto Tobia Sertori (Cgil), Vincenzo Dacunzo (Cisl) e Sebastiano Testa (Uil) a scendere in campo per una nuova battaglia per la scuola.

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