Si tuffa nell'Adda a Fara:
salvata dai sommozzatori

Primo salvataggio della stagione domenica a Fara d'Adda: i sommozzatori volontari di Treviglio hanno estratto dalle acque del fiume Adda, dove vige il divieto di balneazione, una donna di nazionalità polacca che, non riuscendo a tornare a riva a causa della corrente, si è aggrappata a una pianta e ha iniziato a gridare aiuto.

Gli unici ad udire le sue urla sono stati proprio i sommozzatori volontari di Treviglio che il sabato e la domenica pattugliano il fiume. La donna, dopo essere stata caricata sul gommone e tranquillizzata, è stata trasportata a riva dove ad attenderla c'erano alcune amiche che non si erano accorte di nulla.

Tutto è accaduto intorno alle 15.30, ora in cui le rive di Fara, ed anche quelle opposte in territorio di Cassano, alla domenica sono gremite di persone. I sommozzatori volontari di Treviglio, vedendo alcuni giovani che dalla sponda confinante con il parcheggio del centro sportivo si tuffavano in acqua, hanno deciso di intervenire per dissuaderli. Proprio mentre si stavano avvicinando a loro hanno udito grida di aiuto. Risalendo quindi il fiume per circa quaranta metri hanno notato aggrappata ad una pianta una donna.

La bagnante, di nazionalità polacca e di cui non si conoscono altri dati, si era tuffata in acqua da una piccola insenatura dove stava trascorrendo il pomeriggio con le amiche. La sua intenzione era solo quella di nuotare per alcuni metri e raggiungere il punto dove i sommozzatori volontari fanno scendere i propri gommoni e che si trova oltre il parcheggio del centro sportivo.

La corrente del fiume però l'ha subito sopraffatta trascinandola per circa quaranta metri. Se la donna non fosse riuscita a trovare un appiglio sarebbe stata portata via della corrente senza che nessuno potesse correre in suo soccorso visto che nemmeno le sue amiche si erano accorte di quanto stava accadendo.

La donna è entrata in acqua ignorando i sette salvagenti posti sulle sponde del fiume e gli altrettanti cartelli tradotti in inglese, francese, spagnolo, portoghese e tedesco che intimano il divieto di balneazione. Lo stesso hanno fatto i tre giovani, a quanto risulta di nazionalità italiana, verso i quali i sommozzatori volontari di Treviglio, prima di udire le urla della donna polacca, si stavano dirigendo. Da loro si sono recati successivamente per un ammonimento.

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