Bonus famiglia, bando
da riaprire per gli immigrati

Il Tar della Lombardia ha stabilito che siano riaperti i termini per la presentazione delle domande per l'assegnazione del bonus famiglia, estendendola agli immigrati regolari senza carta di soggiorno, includendo tra i requisiti richiesti, «unitamente a quelli già indicati, anche il possesso del permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno». Il Tribunale amministrativo, con la decisione presa con sentenza della quarta commissione, ha così annullato un provvedimento della Regione che era stato impugnato lo scorso aprile da Cgil, Centro solidarietà integrazione, la onlus bergamasca Associazione nazionale Oltre le frontiere (Anolf), Studi giuridici sull'immigrazione e da alcuni immigrati. Con la sentenza, depositata il 16 luglio, il Tar impone alla Regione di riaprire i termini, scaduti il 13 marzo scorso, per ottenere il beneficio del bonus famiglia, fermo restando che chi ne fa richiesta deve avere anche una serie di requisiti, tra cui un determinato reddito e tre figli a carico.

«Siamo soddisfatti - afferma Mimma Pelleriti della segreteria provinciale Cisl Bergamo - perché è stato confermato quanto sostenuto da tutte le associazioni che in questa vicenda rappresentano gli immigrati e cioè che quella era una delibera discriminatoria». Soddisfazione viene espressa anche da Adriano Allieri, copresidente della Associazione Oltre le frontiere, che ha presentato il ricorso: «È un atto di giustizia nei confronti degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. La norma regionale era incostituzionale e ledeva i diritti fondamentali basati sulla eguaglianza delle persone. Non solo verranno riammesse delle pratiche prima scartate ma verranno anche riaperti i termini per la presentazione di eventuali altre pratiche».

Sulla questione è intervenuto anche il segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni: «Con la sentenza del Tar - ha commentato - si conferma il fatto che sulle politiche di welfare e le assistenze ai cittadini non si possono discriminare gli immigrati. Alla Regione chiediamo di applicare questa sentenza mentre siamo pronti a un confronto affinché le politiche sociali non si facciano passando dai tribunali. In una società ormai multietnica la strada non può che essere quella dell'accoglienza e dell'integrazione. Si tratta di una sentenza particolarmente importante - ha aggiunto Petteni - nel momento in cui entra in vigore una legge sulla sicurezza che discrimina i lavoratori stranieri, che non condividiamo e che la Cisl è impegnata a contrastare».

Il 20 gennaio scorso la Giunta Regionale della Lombardia aveva escluso l'accesso ai benefici del bonus famiglia agli stranieri che non erano titolari di carta di soggiorno o permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Il ricorso presentato al Tar regionale si è basato sulla stessa legge regionale n. 23 del 1999 e sullo Statuto regionale che non consentono distinzioni tra i nuclei familiari fondate sulla differente nazionalità degli stessi, tenuto conto anche delle convezioni internazionali e delle disposizioni costituzionali. Inoltre, la giurisprudenza della Corte costituzionale ritiene illegittime, anche a livello legislativo, delle prescrizioni che irragionevolmente richiedono un livello minimo di reddito - presupposto necessario per ottenere la carta di soggiorno Ue - per accedere ad una provvidenza economica, destinata proprio a soggetti indigenti.

Inoltre la disposizione impugnata sarebbe discriminatoria anche con riferimento alla residenza continuativa sul territorio nazionale richiesta ai soli stranieri extracomunitari, visto che la carta di soggiorno viene rilasciata sul presupposto di una presenza continuata e regolare sul territorio nazionale da almeno cinque anni. Nel ricorso veniva posto l'accento anche sulla legislazione nazionale in tema di immigrazione. In effetti la deliberazione impugnata si pone in diretto contrasto con l'articolo 41 del Testo unico sull'immigrazione, che equipara ai cittadini italiani non solo gli stranieri titolari della carta di soggiorno, ma anche coloro che possiedono un permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno. Intanto dalla Regione l'assessore alla Famiglia e solidarietà sociale Giulio Boscagli, rassicura così quanti hanno già beneficiato del bonus: «La sentenza del Tar non tocca le famiglie alle quali la Regione Lombardia ha riconosciuto il diritto di ricevere il buono famiglia di 1.500 euro. Gli oltre 15.000 nuclei familiari in questione, anzi, hanno già ricevuto il contributo previsto o lo stanno ricevendo proprio in questi giorni, e non è in discussione il loro diritto».

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