A Seriate buoni scuola usati
per acquistare il cellulare

Va bene che tra poco arriveranno a scuola i libri elettronici, ma da qui a far passare come materiale scolastico il telefono cellulare, fosse anche di quelli che consentono la connessione a Internet, ce ne vuole. Eppure c'è chi pensa che il cellulare possa essere considerato «materiale sussidiario all'attività scolastica», altrimenti non si spiega come sia possibile che più di una persona si sia presentata alla cassa del reparto telefonia del Centro commerciale Alle Valli di Seriate e abbia pagato con i buoni scuola regionali il cellulare, se non addirittura i video game. Con buona pace del senso civico e del rispetto per il contributo erogato dalla Regione Lombardia.

«Accettiamo i buoni regionali - hanno confermato dalle casse del Centro commerciale di Seriate - purché siano regolarmente firmati, ma non conosciamo la procedura che poi questi buoni devono seguire». E così è stato, per quello che probabilmente è solo l'ultimo caso di uso improprio dei buoni scuola, quando un cliente al momento di pagare un telefono cellulare ha presentato 12 foglietti rosa (con tanto di dicitura Buoni scuola e timbro della Regione). I ticket sono stati accettati senza nessun problema.

«I buoni scuola - hanno spiegato dagli uffici di Bergamo della Regione - rientrano nella Dote scuola erogata in funzione dei redditi bassi. Hanno valore di 10 e 25 euro e possono essere spesi nei negozi convenzionati». Fatto un rapido calcolo, 12 buoni per 10 euro l'uno, totale 120 euro. Oppure 12 buoni per 25 euro l'uno, totale 300 euro, giusto il prezzo di un telefono di ultimissima generazione. Vale la pena ricordare a cosa dovrebbero servire: «I Buoni Servizi per la Scuola - è scritto in un vademecum inviato ai negozi convenzionati da parte di Accor Service che gestisce il tutto per conto della Regione - sono validi per gli acquisti nel reparto cartoleria e solo per prodotti scolastici o per prodotti accessori alla scuola». Segue un elenco di prodotti autorizzati: libri di testo e in genere, dizionari, cancelleria, cartotecnica, zaini, grembiuli, materiali multimediali di supporto allo studio, computer, stampanti e accessori.

Non c'è traccia di telefoni cellulari, video giochi e affini, anzi, è scritto che sono «prodotti non autorizzati», tra gli altri: televisori, hi-fi, giochi elettronici, biancheria per la casa, abbigliamento non scolastico. «Mi risulta purtroppo - ci ha scritto una lettrice - che questo fenomeno riguarda non solo cittadini extracomunitari, come quelli che ho visto personalmente, ma anche italiani». Pronta la risposta dell'assessore regionale all'Istruzione Gianni Rossoni che sottolinea come la scelta dell'erogazione dei Buoni al posto del denaro voglia cogliere il doppio obiettivo della tracciabilità della spesa e dell'utilizzo delle risorse da parte delle famiglie esclusivamente per l'acquisto di servizi scolastici: «Per questo la rete degli esercenti convenzionati ha ricevuto da Accor Service una Carta deontologica nella quale si indicano i prodotti autorizzati. Quegli esercenti che derogassero saranno esclusi dalla convenzione».

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