Trovata viva la 17enne scomparsa
Era in fossato lungo il Brembo

È stata ritrovata sana e salva alla Roncola di Treviolo, in un fosso di cemento che costeggia il fiume Brembo, in via Ghiaie, la 17enne albanese di Ponte San Pietro di cui non si avevano più notizie da domenica 23 agosto, quando aveva avvertito il padre, con una telefonata dal cellulare, di essere finita in un fossato pieno d'acqua.

Il rtitrovamento è avvenuto poco dopo le 20 di lunedì 24 agosto.

La ragazzina è stata trovata da un appassionato di footing, cui la ragazza stessa ha chiesto aiuto. Poco dopo, in via Ghiaie è arrivata un'auto medica del 118 che l'ha portata agli Ospedali Riuniti per una visita di controllo.

Sul posto è arrivato anche il padre, cui però la ragazza non ha voluto spiegare nulla. Sulla vicenda, infatti, restano molto dubbi sui quali si riservano di far piena luce anche i carabinieri.

Il cellulare da cui la ragazza aveva chiamato domenica pomeriggio era stato infatti localizzato a Seriate, ma qui non è stata trovata, nonostante la zona sia sta «scandagliata» a fondo. Il ritrovamento è invece avvenuto a Treviolo, pochi metri dopo il confine con Curno. Ora la ragazzina dovrà spiegare cos'è accaduto dal momento della telefonata a quello del ritrovamento.

Ecco cos'era successo nelle ore precedenti al ritrovamento
«Aiuto, sono caduta in un fosso, è pieno d'acqua!». Sono le ultime parole che il padre, albanese di Ponte San Pietro, ha sentito pronunciare per telefono dalla figlia diciassettenne. Poi, più nulla: cellulare muto. Da domenica 23 agosto sono scattate le ricerche, con i vigili del fuoco e i carabinieri a scandagliare ogni angolo del fiume Brembo prima, e del Serio poi. Al calare del buio di domenica 23 le operazioni erano state sospese e per poi essere riprese nella mattinata di lunedì 24, sempre nella zona di Seriate, lungo il fiume Serio e nelle sue vicinanze. Della ragazza, però, nessuna traccia.

Uscita di casa dopo una lite
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tutto è cominciato domenica mattina molto presto, verso le 5,30. Dopo una lite in famiglia, la ragazza di 17 anni si sarebbe allontanata da casa, a piedi, facendo perdere le sue tracce. Con il trascorrere delle ore l'angoscia dei genitori è cresciuta. Il padre, così, ha pensato di rivolgersi ai carabinieri della stazione di Ponte San Pietro. I militari hanno diramato le ricerche, rimaste senza esito.

Poi, verso le 14, la telefonata sul cellulare di papà. Era lei: «Aiuto, sono caduta in un fosso pieno d'acqua! Sono lungo il fiume, vedo un ponte e una tabaccheria». Poi la linea cade, non si sente più nulla. Il padre prova a richiamarla, ma il telefono è spento o non raggiungibile.

Dopo la telefonata, le ricerche si concentrano lungo il fiume Brembo, nella zona dell'Isolotto. Siamo a Ponte San Pietro, paese dove la ragazza abita con i genitori e, come dicono gli stessi familiari, unico paese che lei conosca e frequenti. Oltre ai carabinieri di Ponte, intervengono anche l'elicottero e le unità cinofile dell'Arma, la polizia locale e diverse squadre dei vigili del fuoco di Bergamo con il nucleo Saf (Soccorso alpino, speleologico e fluviale).

Nel frattempo, però, la centrale dei carabinieri riesce a rintracciare il luogo da cui proveniva la telefonata della ragazza: Seriate. Viene individuato il ripetitore a cui si era agganciato il suo cellulare e individuata un'area nel raggio di un chilometro, dove la diciassettenne potrebbe ragionevolmente trovarsi. Così, vigili del fuoco e carabinieri continuano i controlli a Seriate, scandagliando il letto del Serio.

Ricerche ad ampio raggio
Il quartier generale delle ricerche è stato istituito nei pressi del centro sportivo, in via Decò e Canetta. Oltre alle squadre del comando di Bergamo, sono entrate in azione anche i vigili del fuoco sommozzatori arrivati appositamente da Milano e, dall'alto, l'elicottero dei pompieri decollato da Varese. Diversi pescatori hanno assicurato di non aver notato nulla di strano. I carabinieri hanno rintracciato nuovamente la posizione del telefonino, ed è sempre la stessa: fra Seriate e Gorle.

Il padre della ragazza, accompagnato dai carabinieri della tenenza di Seriate, ha partecipato in prima persona alla battuta, visibilmente in angoscia per la sorte della figlia. «Non voglio dire niente - ha spiegato, con gli occhi lucidi - soltanto spero che torni a casa al più presto».

Lunedì sera, gran sospiro di sollievo. ora, però, la ragazza dovrà spiegare molte cose anche a lui.

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