San Pellegrino, alberghi in crisi
«Terme chiuse, meno clienti»

In Val Brembana il turismo è in crisi e a risentirne è anche San Pellegrino, dove negli ultimi anni hanno chiuso tre alberghi: l’Italia, il Commercio, il Roma. E da domenica scorsa anche il Moderno (compresi bar e ristorante), in piazza San Francesco, ha chiuso i battenti.

Le difficoltà, comunque, si fanno sentire pure nelle altre strutture ricettive, alle prese con la chiusura delle Terme. «Lavoriamo comunque – dicono Anna e Rita Milesi, che gestiscono l’hotel Riposo, in località Ruspino – ma i turisti ormai sono pochi. Da noi soggiornano soprattutto operai e tecnici di alcune ditte. La chiusura delle Terme sicuramente ha avuto le sue conseguenze negative: negli ultimi anni c’è stato un calo di presenze».

«Purtroppo la chiusura delle Terme ha avuto le sue conseguenze – aggiunge Paolo Scanzi dell’albergo Centrale, che recentemente si è rinnovato realizzando un piccolo centro benessere –. Da maggio a settembre i clienti che venivano per le cure non ci sono più. Siamo evidentemente in una fase di stallo, in attesa del rilancio. Ma speriamo che l’attesa non sia troppo lunga. Per il turismo di San Pellegrino le terme restano fondamentali».

E proprio a causa dei previsti tempi lunghi per il rilancio i titolari dello storico albergo Bigio sono convinti che occorra cercare target diversi di clientela. «Turisti non ne ospitiamo ormai da tempo – dice Francesca Milesi – e lavoriamo soprattutto nel settore business: operai e ditte. Fino alla prossima primavera, invece, abbiamo in albergo i partecipanti a un corso di aggiornamento di una nota compagnia di assicurazioni: arrivano da tutta Italia. E quello dei corsi potrebbe essere uno dei settori su cui puntare, probabilmente di nicchia ma comunque importante in attesa della riapertura delle Terme».

«Grazie all’aeroporto arrivano diversi stranieri – aggiunge Giorgio Zilli, dell’albergo Papa – attirati dal nome della nostra cittadina; qui fanno tappa poche notti per girare poi nel nord Italia. Purtroppo molti restano delusi dalla chiusura delle Terme: basterebbe che si iniziasse almeno a scavare».

E si è di fatto trasformato ormai in Bed&Breakfast l’albergo Ruspinella, in via De’ Medici, gestito dai fratelli Guirri. «Da solo come hotel renderebbe poco – dice Marco Guirri che, recentemente, ha aperto in località Piazzo anche un negozio di prodotti tipici – e così ci limitiamo a dare alloggio e prima colazione, soprattutto a operai. Forse servirebbe un po’ più di coraggio da parte degli albergatori – prosegue Guirri –. È vero che la clientela è scarsa ma anche le strutture sono vecchie e andrebbero rinnovate».

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