A Bergamo più malati di Aids che a Milano

A Bergamo più malati di Aids che a MilanoSono 6,4 i casi ogni 100 mila abitanti (5,4 nella metropoli). Intanto si sperimenta il vaccino

«Aids: usa la testa, apri il cuore». Lo slogan è d’effetto e raccoglie una dozzina tra cooperative, enti e associazioni bergamasche pronte a lanciare la sfida della campagna di prevenzione contro la peste del terzo millennio.

Ma a riunire tutti sotto lo stesso slogan, in vista della Giornata mondiale di lotta all’Aids del 1° dicembre, è proprio questo male che vede la nostra provincia sul podio negativo: Bergamo è la terza provincia in Lombardia a registrare il maggior numero di casi di Aids, con 6,4 casi ogni centomila abitanti.

In questa triste classifica la provincia orobica è preceduta solo da Brescia, con 9,2 ammalati, e Lecco con 7 colpiti di Aids ogni 100 mila abitanti. Le tre province precedono anche Milano, ferma a 5,4 sotto la media regionale del 5,6, anche se proprio nel capoluogo lombardo il virus dell’Hiv fu riscontrato per la prima volta nella nostra regione.

Valori comunque alti, se si considera che i casi di Aids notificati in Italia nel 2002 sono stati 1.330 con un tasso nazionale di circa 3 casi per centomila abitanti.

COME CAMBIA LA GEOGRAFIA DEL VIRUS Nel 2002 il tasso di incidenza di nuovi casi di Aids in provincia è più che doppio rispetto a quello nazionale e più alto di quello regionale. L’istantanea scattata sulla situazione dell’Aids non è per niente rassicurante, anche perché evidenzia due nuovi aspetti: la malattia colpisce molte più donne rispetto agli uomini, le femmine rappresentano ora il 23-25 per cento dei casi, ed è cambiato il modo di contrarre il virus. Se, fino al 2001, tra i comportamenti a rischio c’era in testa l’uso di siringhe tra i tossicodipendenti, l’anno scorso i rapporti eterosessuali sono diventati i primi responsabili del contagio. Vittime della malattia sono in particolare i giovani sotto i trent’anni.

Si stima che in Italia siano infetti dal virus dell’Hiv oltre 120 mila persone e che più della metà di queste ignora di esserlo. «Per questo la nostra provincia è tra le zone più colpite da Aids - spiega Natale Lorenzi, direttore del dipartimento di prevenzione malattie infettive dell’Asl di Bergamo - perché queste persone non si sottopongono a controlli e a terapie, la diagnosi quando arriva è tardiva. Questa ignoranza porta a non prendere precauzioni e così si continua a diffondere l’infezione. C’è da sottolineare però che i colpiti da questo virus residenti in provincia di Bergamo si rivolgono poi alle strutture sanitarie. Anche in questo caso però assistiamo a una distribuzione disomogenea, nei distretti provinciali, della popolazione con infezione da Hiv: i più colpiti sono quelli di Treviglio, Romano e Lovere, mentre rimangono poco colpite le valli». Le ragioni di questa geografia del male sono da ricercare «in una trasmissione del virus - continua Lorenzi - attraverso la linea ferroviaria che collega la nostra provincia con Milano. Così come il distretto di Lovere subisce la vicinanza con Brescia».

LA GIORNATA MONDIALE DI LOTTA Davanti a questo triste quadro ecco allora tutte le iniziative in vista della Giornata mondiale di lotta all’Aids. Capofila degli enti coinvolti è la Caritas, da tempo in trincea per sconfiggere i pregiudizi legati a questo male e per la cura delle persone più colpite. «Quest’anno per la prima volta abbiamo riunito tutte le associazioni che hanno a cuore questa disastrosa situazione - osserva don Claudio Visconti, vicedirettore della Caritas diocesana - e devo dire che tutti teniamo a sottolineare l’importanza dell’informazione. Molti ignorano le precauzioni che si devono adottare per evitare il contagio dal virus. Per questo abbiamo pensato il motto che scandisce la campagna: usa la testa, quindi la ragione e la conoscenza, e apri il cuore, per evitare situazioni di chiusura o di pregiudizio che possono creare maggiori fratture nelle relazioni».

E allora via all’informazione: nei pomeriggi dei giorni 29, 30 novembre e 1° dicembre sarà presente sul Sentierone il camper del dipartimento delle dipendenze con operatori Asl che distribuiranno materiale informativo e preventivo e risponderanno alle domande sull’infezione. Ripartirà poi la campagna di informazione nelle scuole.

«Grazie agli elaborati degli studenti realizzati l’anno scorso da undici istituti della nostra provincia - spiegano Paolo Meli e Caterina Pellegris della Comunità Emmaus - porteremo nelle scuole una mostra itinerante, due filmati e una pièce teatrale che illustrano tutti gli aspetti di questa malattia che colpisce molti giovani». Proprio ieri in Italia, con l’arruolamento di 88 volontari, si è dato il via alla sperimentazione del vaccino italiano contro l’Aids messo a punto all’Istituto superiore di sanità. Nello stesso giorno Bergamo non è rimasta a guardare e ha lanciato una campagna per sconfiggere l’Aids, grazie a un laboratorio che riunisce gran parte delle realtà pubbliche e private che si occupano di Hiv e di Aids nella nostra provincia.

(26/11/2003)

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