Accordo raggiunto: per infermieri e tecnici 109 euro in più

Interessa anche ottomila bergamaschi (tra infermieri, tecnici sanitari e amministrativi) il contratto nazionale di lavoro dei dipendenti del Comparto Sanità, firmato ieri pomeriggio all’Aran, l’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego, che ha sottoscritto l’ accordo a seguito della apposita richiesta formale presentata dal Comitato di Settore della Sanità.

Gli aumenti stabiliti, secondo quanto sostiene l’Agenzia governativa, consentono la crescita della retribuzione media complessiva del 5,66% così come definito nell’accordo del febbraio del 2002 tra governo e organizzazioni sindacali, e confermato dalla legge finanziaria per il 2003, al quale si deve aggiungere lo 0,32% di risorse aggiuntive messo a disposizione dalle Regioni. L’accordo, che complessivamente interessa 573 mila lavoratori in tutta Italia, prevede (una volta andato a regime) aumenti medi pari a 109 euro mensili.

La firma posta ieri in calce al contratto del Comparto Sanità conclude (anche se parzialmente) un lungo iter che già alla fine dello scorso novembre aveva registrato una «pre-intesa» tra l’Aran (in rappresentanza del Comitato di Settore, composto dal governo e dalle Regioni) e i sindacati. Il testo dell’accordo era stato poi sottoposto ai lavoratori nei tre mesi successivi, riapprodando all’Aran (con il relativo benestare) alla fine di febbraio. Una volta firmata, la «pre-intesa» era stata inviata (il 15 marzo) alla Corte dei Conti per la certificazione di rito, ma l’organo di controllo statale (il 29 marzo) aveva eccepito alcune contestazioni relative alla copertura dei finanziamenti necessari da parte delle Regioni, respingendo l’intesa. Anche la versione riveduta e corretta, presentata successivamente, non ha tuttavia ricevuto il «via libera» della Corte dei Conti che, giovedì scorso, ha nuovamente «stoppato» il provvedimento, lasciando di fatto senza contratto l’intero comparto. Da qui il susseguirsi di incontri tra governo e Regioni per sbloccare l’iter del provvedimento. Ieri pomeriggio l’intesa, dopo che il Comitato di Settore ha garantito tutta la copertura finanziaria necessaria.

Tuttavia il contratto firmato ieri all’Aran soddisfa i dipendenti del comparto soltanto a metà. «Dal punto di vista normativo – sottolinea Giacomo Pessina, segretario provinciale della Funzione pubblica della Cgil – l’accordo ha valore per tutto il quadriennio che va dal 2002 al 2005, ma per quanto riguarda la parte economica ha valenza soltanto per il 2002 e il 2003: di fatto, dunque, è già scaduto. La contrattazione per la parte economica 2004-2005 è già stata avviata, sulla base di una piattaforma che, almeno per il momento, vede piuttosto distanti le due controparti». Governo e Regioni, tramite l’Aran, hanno previsto aumenti pari al 3,5%, mentre le organizzazioni sindacali chiedono che la busta paga si appesantisca dell’8%. Un divario che sembra stia già mobilitando i dipendenti dell’intero comparto, pronti a promuovere una serie di manifestazioni di protesta già nel prossimo maggio. «Anche se raggiunta in una maniera un po’ insolita – commenta ancora Pessina – l’intesa può considerarsi positiva. Tuttavia è soltanto una tappa di un percorso ancora lungo e difficile».

(20/04/2004)

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