Alloggi popolari, e c’è pure chi ha già la villa

I controlli del Comune smascherano una cinquantina di illeciti. In crescita il fenomeno dei subaffitti Tra le domande per un appartamento a canone sociale anche quella del proprietario di 11 immobili

C’è miseria e miseria. C’è chi abita in alloggi popolari perché altrimenti non avrebbe un tetto sopra la testa, ma c’è anche chi, purtroppo, di tetti sopra la testa ne avrebbe più d’uno, sparsi in tutta Italia, eppure vive come se fosse in ristrettezze economiche.Capita anche a Bergamo, dove stavolta alcuni furbi non l’hanno fatta franca: l’Unità operativa assegnazione alloggi del Comune di Bergamo ha portato a termine una serie di verifiche sulle condizioni patrimoniali degli inquilini di appartamenti di edilizia popolare e di chi ha presentato domanda per ottenere l’alloggio. Il risultato? Due casi eclatanti e circa 50 vicende di false dichiarazioni dei beni catastali. La storia più clamorosa è quella di un italiano di mezza età che ha bussato alla porta del Comune di Bergamo per avere una casa a canone sociale: reddito ridotto al minimo e – secondo l’autocertificazione – nessuna proprietà immobiliare. Un caso di stenti e difficoltà economiche come tanti che avrebbe potuto trovare sollievo in un bel bilocale a dieci euro al mese. Peccato che, cliccando sulla banca dati informatica del catasto, è venuta fuori un’altra verità che per poco non ha fatto sobbalzare l’impiegato comunale sulla sedia: il soggetto in questione non si era scordato di dichiarare uno o due appartamentini di proprietà, ma ben 11 immobili intestati tra case, capannoni e ville in provincia di Vicenza. Una dimenticanza che non può capitare solo perché si è compilata in fretta la dichiarazione dei redditi. Inutile dire che il locatario imbroglione è stato subito rispedito a Vicenza.Ma i «furbetti del condominio» non sono pochi, uno di loro ce l’ha persino fatta ad ottenere l’alloggio popolare a Borgo Palazzo: chissà quante volte, seduto nel suo appartamento a pochi euro al mese, ha controllato i conti della sua azienda agricola in Toscana, in provincia di Viareggio, che risulta tuttora in attività. È capitato però un giorno che i conti non tornassero agli uffici comunali, ed è subito partita la lettera di sfratto.(24/09/2006)

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