All’asilo prima dei tre anni, un flop

Iscrivere il proprio bimbo in anticipo alla scuola dell’infanzia? I genitori non sono d’accordo. Tanto che solo un bambino su dieci debutterà nella scuola dell’infanzia statale a 2 anni e 7 mesi. Quest’anno l’opportunità si è infatti aperta in forma di sperimentazione e riguarda gli anticipi per i bimbi che compiono tre anni fra il primo gennaio e il 28 febbraio del 2005. Ma l’iniziativa si è rivelata un flop tanto per la scuola materna come per quella primaria (ex elementari), dove gli anticipi sono legge e già rodati da un anno.

I bimbi «anticipatari» in tutta la Bergamasca sono 222 sui 1.700 bimbi aventi diritto, pari al 13%. Più o meno in linea con il dato della primaria (12,66%). Se si guarda solo alla città, le domande di anticipo sono una cinquantina su 176 bimbi aventi diritto, pari al 28% (per la primaria, invece, si scende al 17,3%).

Tra le scuole dell’infanzia più gettonate della città ci sono gli istituti comprensivi Muzio con 10 domande di anticipo (ne incassa anche 6 alle elementari), Petteni (8), la Santa Lucia (7) e Nullo (4). In provincia si distinguono la materna di Torre Boldone (11), Costa Volpino (8), Ranica (6), Stezzano (6), Cisano (5) e Fara d’Adda (5).

Una risposta tiepida si sarebbe riscontrata anche negli istituti paritari dell’infanzia, che oggi contano circa 21 mila bimbi, rispetto ai soli 9 mila circa nelle statali.

Una grossa fetta di utenza, ospitata nelle 230 materne paritarie che fanno capo all’Adasm (Associazione degli asili e scuole materne cattoliche e di ispirazione cristiana), guidata da Casimiro Corna: «È ancora una fase di sperimentazione - spiega Corna - ma per accogliere tutti i bimbi così piccoli ci vuole tempo per trovare risorse adeguate, in accordo con gli enti locali, oltre a personale preparato anche ad assisterli e a progetti precisi: non si può rischiare di penalizzare questi bimbi, che invece devono stare al centro della scuola e in modo serio. La normativa è generale, ma nel nostro caso dobbiamo trovare le risorse da soli, così abbiamo consigliato la presentazione della domanda solo nelle scuole dove si è sicuri che ci siano disponibilità economiche adeguate».

«Un flop? Non ce l’aspettavamo - commenta Silvio Petteni, dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc) -. Si prevedeva una corsa agli anticipi, visto che la materna è più economica degli asili nido. Probabilmente i genitori non sono stati bene informati e, nelle statali, ci sono anche più vincoli rispetto agli organici e alle risorse che arrivano dal ministero».

Anche Maurizio Salvi dell’Associazione genitori (Age) si dice sorpreso dei dati: «I genitori non guardano al portafogli o alle loro esigenze lavorative, ma preferiscono vedere le ricadute degli anticipi sull’età evolutiva del bambino. Nella Bergamasca si può parlare di una scelta delle famiglie di tipo educativo e non in base al risparmio. Comunque bisogna puntare di più sulla formazione degli educatori e sulle strutture».

(20/03/2004)

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