Alpini, l’adunata di Treviso è alle porte
Ma scoppia la polemica sul caro-alberghi

A tre settimane dall’Adunata nazionale in programma a Treviso dal 12 al 14 maggio è polemica tra l’Ana, l’associazione delle penne nere, e gli albergatori del capoluogo della Marca.

Secondo i rappresentanti delle Penne Nere l’appuntamento del Piave, che richiamerà a Treviso circa 500 mila persone (migliaia saranno i bergamaschi), avrebbe fatto scattare quasi automaticamente dei «ritocchì» verso l’alto delle tariffe di hotel e pensioni, comportamento di cui sì è detto «deluso» il presidente nazionale Sebastiano Favero. Per il 69enne ingegnere alla guida di milioni di alpini italiani sparsi in tutti il mondo, la «cresta» è quasi un affronto personale essendo lui stesso trevigiano di Possagno. E così per accertarsi delle reali condizioni proposte dagli alberghi lo stesso progettista dell’Asilo Sorriso donato a Rossoch in memoria dei caduti di Nikolajewka, si è trasformato, con un gruppo di amici, in investigatore privato andando a verificare di persona le tariffe in una ventina di alberghi trevigiani. «Abbiamo riscontrato - il risultato di Favero - anomalie vistose nella grande maggioranza dei casi». Vero che saranno molti gli alpini ad optare per la tenda o il camper, ma questa impennata dei prezzi degli alberghi non è andata proprio giù.

«Finché si tratta di sopportare aumenti rispetto ai prezzi medi stagionali del 30% o 40% si stringono i denti e si tira dritto - sottolinea Favero. Ma ci sono casi, come quello di un albergo centrale di Treviso con molte camere, in cui le condizioni che sono state proposte erano più che doppie. Questo dispiace - ha sottolineato - ma non rovinerà la festa». Per i gestori dell’ospitalità trevigiana le cose non starebbero proprio così: secondo Federalberghi e Confcommercio tra i furbetti delle camere ci sarebbero «soprattutto operatori abusivi e di piccole strutture non associate che le associazioni di categoria non possono intercettare non controllabili in alcuna maniera come i Bed and Breakfast abusivi». Un’impennata dei prezzi rilevata in particolare sulla parte meridionale della provincia sarebbe, per loro, connessa alla concomitanza con l’apertura della Biennale di Venezia.

«Non tutti si comportano male - spiega Raffaele Panno presidente della sezione Ana di Treviso - c’è chi ha alzato i prezzi e chi non li ha toccati ma sono mesi che lo sappiamo - racconta - ma non abbiamo potuto fare altro che abbassare la testa».Un albergatore trevigiano, che sceglie l’anonimato, spiega che l’aumento dei prezzi, al di là delle logiche che governano normalmente domanda e offerta, dipende in particolare dai portali di prenotazione alberghiera, ai quali gli hotel riconoscono commissioni fino al 25%. «Per chi ha chiamato direttamente - rileva - i prezzi sono quelli di listino, quelli applicati normalmente». L’albergatore sottolinea che questa è la prassi utilizzata in tutta Italia, in occasione di eventi di grande richiamo, per spingere i clienti a prenotare rivolgendosi direttamente agli hotel. Un’obiezione respinta al mittente da Favero, forte del risultato delle indagini personali. «Sto parlando di alberghi di grandi dimensioni - dice Favero - ai quali abbiamo finto di presentarci come clienti normali e sui quali abbiamo monitorato l’andamento delle condizioni negli ultimi mesi. Scostamenti del 20% o poco più in periodi straordinari sarebbero comprensibili - ha aggiunto Favero - ma trovarsi di fronte a cifre più che raddoppiate è inaccettabile»

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