Barriere, edifici pubblici «vietati» ai disabili Appello agli amministratori pubblici

Su 2.165 edifici pubblici e aperti al pubblico, presenti in 35 Comuni della Bergamasca, soltanto 538 sono da considerarsi accessibili, 261 sono da migliorare e 1.366 sono di fatto inaccessibili. È la sconsolante realtà che affiora da una ricerca compiuta nel 2005 da ADA e UILP di Bergamo: dati che mettono in evidenza l’intollerabile situazione che persiste in fatto di barriere architettoniche.

Di fronte a questa realtà, che non è assolutamente in grado di garantire, sia pure minimamente i diritti delle persone che hanno difficoltà di mobilità, si leva adesso la voce del Comitato provinciale bergamasco per l’abolizione delle barriere architettoniche con una lettera aperta alle amministrazioni comunali, alle loro strutture tecniche, alle polizie locali. Un appello che arriva all’indomani della «Giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche», che si è celebrata per il terzo anno, il 2 ottobre scorso. Nella Bergamasca, come nel resto del Paese, la disattenzione verso i problemi delle persone che hanno difficoltà di mobilità è ancora parecchio estesa. E questo, nonostante la prima disposizione normativa in materia risalga addirittura a 38 anni, seguita da un centinaio di provvedimenti legislativi nazionali e una trentina regionali. Da qui, l’appello del Comitato agli amministratori bergamaschi, affinchè vengano almeno applicate le normative esistenti. «Togliamo le barriere - è detto nella lettera aperta - e facciamo in modo che questa parola appartenga solo al vocabolario, ma non più alla realtà. Per questo, vi esortiamo ad applicare con rigore le normative esistenti, senza ritardi e ulteriori rinvii. Non chiediamo nulla di più di quanto è previsto dalle leggi, che già siete tenuti a rispettare! In altre parole, chiediamo soltanto che ognuno faccia il proprio dovere, per il rispetto di sé e degli altri». Insomma, agli amministratori bergamaschi viene chiesto l’ impegno di informare i propri concittadini su quanto è stato fatto nell’ultimo anno e su ciò che si ha intenzione di fare in quello successivo per eliminare le barriere. Difficile dire se ci sarà un riscontro, oppure se l’appello del Comitato - che rappresenta una ventina di associazioni, gruppi e sindacati e da vent’anni si impegna per promuovere una cultura dell’accessibilità - troverà sensibilità e soprattutto riscontri concreti.

(10/10/2005)

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