Bettoni e Facchetti visti da vicino

Ormai manca poco al ballottaggio e i candidati per la poltrona di sindaco di Bergamo e di presidente della Provincia puntano sull’immagine e propongono i loro slogan in formato gigante. Ieri su L’Eco di Bergamo l’ultimo forum di questa campagna elettorale che ha come protagonisti Beppe Facchetti e Valerio Bettoni.

Bergamo, non tornano i conti delle preferenze

Il pasticcio delle preferenze per il consiglio comunale di Bergamo continua. In via S.Tomaso de Calvi, al seggio 93, si registra un errore di attribuzione di voti ai candidati delle 25 liste. Tutti i capolista si sono visti attribuire per errore i voti che nel verbale delle operazioni di scrutinio sono quelli di schede non contenenti voti di preferenza.

Il fatto, segnalato da un cittadino al tribunale civile, che è responsabile delle procedure nei seggi di città, comporta una alterazione dei risultati effettivi. La differenza è assai significativa per i partiti più importanti, da Forza Italia ai Democratici di sinistra.

In Forza Italia il capogruppo Roberto Magri ha avuto 66 preferenze in più: passa da 240 voti a 174 scendendo dal quinto al nono posto, fuori dal consiglio comunale in caso di sconfitta del centro destra. Nei Ds Antonio Misiani ha avuto 41 preferenze in più, quindi indietreggia da 241 a 200, scendendo dal secondo al quinto posto. Nella Lega nord Daniele Belotti perde 74 voti

Per il Comune apparentamento in extremis

Lega: in Provincia voto libero

La Lega ha corretto la rotta verso il ballottaggio di via Tasso, lasciando in pratica libertà di voto ai suoi militanti. «L’importante è che la Lega dimostri anche in questa occasione di essere determinante - spiega il segretario provinciale Franco Colleoni -. Registro, da parte di alcuni amici del direttivo, una frenata a proposito del voto a favore di Facchetti. Ne prendo atto. Per il resto il voto è libero e poi c’è sempre la possibilità della scheda bianca». Angoli un po’ smussati quindi, soprattutto rispetto ai bellicosi proclami pro-Facchetti di domenica: la base dei lumbard pare non abbia ben digerito uno spostamento così marcato verso il centrosinistra. Anche ai piani alti qualcuno si è fatto sentire: «Gli elettori della Lega sono liberi di scegliere, ma non condivido certo chi ha invitato a votare il candidato di centrosinistra», tuona per esempio il capogruppo leghista alla Camera Alessandro Cè

Chi invece ha centrato il bersaglio grosso in extremis è Cesare Veneziani, che 4 minuti prima della mezzanotte di domenica ha messo la sua firma accanto a quella della Lega. L’apparentamento a Palafrizzoni è cosa fatta, ma non mancano le polemiche su una scadenza che in prima battuta sembrava fissata per le 18 e che invece è stata poi spostata a mezzanotte. Ad ogni modo la battaglia per il Comune si riapre di colpo e il risultato torna a essere in bilico.

(25/06/2004)

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