Calcio, «flop» del museo
E i capolavori se ne vanno

«Flop» per il museo di Calcio, dove i tre quadri di maggior valore e richiamo (Picasso, Modigliani e Chagall) sono stati tolti dalle pareti per volere del cittadino calcense che cinque anni fa li aveva prestati gratuitamente al Comune per un decennio. Motivo: la mancata valorizzazione del contesto in cui le sue opere sono state esposte.
Dal 2004, anno di apertura dell'esposizione permanente, il Comune di Calcio non è stato in grado di sfruttare una delle più ghiotte occasioni per tentare di richiamare turisti, in futuro potenzialmente favoriti anche dalla presenza del casello autostradale Brebemi, posto alle porte del paese. Pochissime le presenze al museo e adesso il ritiro delle opere più famose.
L'appassionato d'arte proprietario dei quadri ha preferito riportarsi nel suo caveau la tempera su carta senza titolo di Picasso, datata 1962, così come il «Portrait de femme» (ritratto di donna) che il pittore e scultore livornese Modigliani eseguì nel 1916. Il museo si è impoverito anche del disegno su carta riportato sulla tela dall'artista Chagall, eseguito nel 1972.
Rimane tra le opere più significative «Il Trovatore», olio su tela di Giorgio De Chirico. Durante la visita al museo l'appassionato d'arte può ammirare anche altri quadri tra i quali opere di Sironi, Fontana, Burri, Balla, Leger, Rotella e, ancora, Kostabi, Schifano, Chia, Dorazio e Bay. Un patrimonio notevole che è lì dal maggio 2004, quando venne appositamente allestita la mostra permanente, dotata di un sofisticato sistema d'allarme.
I tre quadri, di notevole valore culturale e commerciale, potrebbero essere risistemati al loro posto a garanzia di un'operazione di rilancio della mostra, nel cui edificio è ospitata anche quella dedicata alla fotografia, unica nel suo genere in provincia di Bergamo. Numerosi i pezzi d'antiquariato, rappresentati da pellicole, proiettori domestici e cinematografici, ma soprattutto dagli svariati modelli di macchine che ripercorrono la storia fotografica fino all'avvento del digitale. Un museo allestito sempre cinque anni fa da un appassionato bresciano di Chiari, che ha venduto al Comune la sua intera collezione: la mostra è stata inizialmente oggetto di forte attrazione per numerose scolaresche ma in seguito non ha più generato interesse.

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