Case invece del campus I Riuniti superano il primo scoglio

Fuori uno. La richiesta di variazione di destinazione d’uso dell’area di largo Barozzi, che attualmente ospita i Riuniti, ha superato indenne il primo scoglio. Ieri alle 13 è difatti scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni, e dall’assessorato all’Urbanistica fanno sapere che non n’è arrivata nessuna.

Questo non vuol dire che il cammino della variante dei Riuniti sarà semplice, ma solo che potrebbe essere più breve, visto che si salta a pie’ pari la fase delle controdeduzioni. I Riuniti hanno chiesto di invertire le proporzioni previste dal piano regolatore (e oggetto dell’accordo di programma siglato nell’aprile 2000 con Stato, Regione, Comune e Provincia), vale a dire un sesto residenziale e cinque sesti università. Una scelta motivata dalle difficoltà dell’Università a reperire i fondi necessari per l’acquisizione delle aree, destinate ad ospitare un vero e proprio campus.

A quel punto è partito l’iter per la variazione, e il primo passo è stato fatto a metà gennaio dall’assessorato regionale alla Sanità che aveva convocato tutti a Milano. Assessorato alla Sanità guidato da un esponente doc di An, Carlo Borsani. Ma proprio da An è arrivato il primo attacco alla richiesta dei Riuniti, quello del ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia che ha definito «incredibile la notizia giunta attraverso la stampa della richiesta della variazione della destinazione d’uso» e si è detto assolutamente contrario all’ipotesi. Posizione poi condivisa dal partito al gran completo, che evidentemente non deve essere stato messo al corrente da Borsani della situazione: diversamente non ci sarebbe stata una reazione così stupita.

Strada facendo, comunque, la posizione di Tremaglia ha trovato molti appoggi, all’insegna della trasversalità più totale. Prima l’Ulivo al gran completo (anche se nella posizione della Margherita, espressa da Gianpietro Benigni, portavoce del circolo Sanità, in questa stessa pagina, si comincia ad intravedere qualche distinguo) poi due esponenti della Lega: il ministro della Giustizia Roberto Castelli e la candidata a Palafrizzoni, Luciana Frosio Roncalli. Tutti concordi: in largo Barozzi ci deve andare un campus universitario. Con che soldi, poi, è un altro paio di maniche. Vero che Tremaglia si è impegnato con la collega all’Istruzione Letizia Moratti, e che la somma di 50 milioni di euro nel 2008 per l’acquisto delle aree più altrettanti nel 2012 per la ristrutturazione degli edifici non viene considerata impossibile da raggiungere, ma resta il fatto che ora come ora non si sa dove andarla a prendere.

Alla fine gli unici favorevoli alle case ai Riuniti sono rimasti quelli di Forza Italia, che per bocca del segretario Marco Pagnoncelli hanno giudicato «superata» la previsione del campus in largo Barozzi, invitando a costruirne uno ex novo e «a metà costi». Temi che saranno oggetto di una riunione del centrodestra la prossima settimana, per evitare che la bomba deflagri al passaggio in Commissione o peggio ancora in Consiglio comunale. Ora come ora i numeri sono favorevoli al campus, e quindi il centrodestra rischia una frattura clamorosa a pochi mesi dalle urne. Ma dalle parti del Polo c’è chi parla di una soluzione in grado di salvare capra e cavoli. E la maggioranza.

(27/02/2004)

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