Catena di S. Antonio: anche 22 bergamaschi fra i 610 truffati

Ci sono anche 22 bergamaschi fra gli oltre 600 italiani truffati con il vecchio sistema della catena di S. Antonio: ognuno ci ha rimesso tra i 300 e i 20 mila euro, per un totale di oltre 9 milioni di euro. La rete è stata smantellata dalla Guardia di Finanza di Udine: undici le persone denunciate, tra le quali un funzionario di banca; per i principali indagati i reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata alla truffa.La rete, di tipo multilevel, operava in tutto il Nord Italia: era congegnata per garantire lauti guadagni ai promotori e ingenti perdite ai gradini più bassi della piramide. Tramite conventions e accordi veniva proposto di vendere prodotti finanziari, incassando provvigioni, ma soprattutto di reclutare nuovi anelli della catena. Tutto faceva capo a due società con sede nelle Bahamas e in Svizzera. Venivano proposti acquisti in nero di inesistenti azioni e obbligazioni della società caraibica e operazioni speculative con monete d’oro con quella elvetica. L’indagine è partita dalle segnalazioni di alcuni agenti della rete residenti a Udine. Dopo il fallimento della prima società, gli affiliati già in perdita sono stati invitati a collaborare con la seconda, con ulteriori perdite. Nove persone sono state denunciate in quanto ritenute i principali responsabili della truffa, con l’accusa di associazione per delinquere. È stato poi denunciato, con l’ accusa di favoreggiamento il direttore della filiale della banca in cui confluiva il denaro, sotto forma di migliaia di assegni. L’ultimo è il responsabile della società italiana che forniva le monete d’ oro poste in commercio, violando le restrizioni previste dalla legge. Il maggior numero di persone truffate si trova in Lombardia: 386 su 610.(16/02/2006)

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