Clusone omaggia Lattanzio Querena

Fino al 26 settembre il Complesso dell’Oratorio dei Disciplini a Clusone ospita una mostra dedicata a «Lattanzio Querena e l’autunno del Neoclassicismo». L’occasione che l’ha propiziata, il luogo che la ospita, lo spessore dell’artista e il suo legame con la città, ne fanno un evento che va oltre la pittura e investe anche la storia e la tradizione della comunità clusonese.

L’iniziativa è promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Clusone e dalla parrocchia, con la promozione culturale del Credito bergamasco, la collaborazione della Camera di commercio, industria, artigianto e agricoltura di Bergamo, il sostegno di vari sponsor locali e il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Provincia. Il progetto dell’esposizione è di Maria Cristina Rodeschini Galati, direttrice della Gamec.

A livello nazionale, è la seconda mostra che viene dedicata al Querena; la prima fu allestita qualche anno fa in Veneto. Pochi sono anche gli studi a lui dedicati. Per questo il catalogo della mostra, curato da Giovanna Brambilla Ranise e Paolo Plebani, costituisce un’assoluta novità. In effetti, la fama e le opere di Lattazio Querena varcano i confini della Bergamasca.

Nato a Clusone nel 1768, si formò nella Venezia di fine Settecento vivendo il delicato passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. Prima insegnate e poi membro dell’Accademia di Venezia, abile restauratore (nel 1826 ebbe l’incarico di restaurare il San Pietro della pala dell’Assunta dei Frari di Tiziano), maestro di Hayez, vide aumentare le commissioni quando, con il 1815, molte chiese spogliate dalle armate napoleoniche richiesere nuove pale d’altare. Lattanzio Querena si spense a Venezia nel 1853. Durante la sua vita mantenne sempre legami con la sua terra d’origine. Ne sono testimonianza le numerose opere che si possono trovare, ancora oggi, in diverse chiese bergamasche.

(03/07/2004)

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