Commercio di auto, la Gdf scopre 20 milioni di ricavi non dichiarati

Venti milioni di euro di ricavi non dichiarati, 7 milioni di Iva non versata: sono le cifre dell’evasione scoperta dalla Guardia di Finanza di Bergamo. Cinque persone sono state denunciate: acquistavano centinaia di autovetture da Paesi dell’Unione europea senza versare l’Iva. Rivendevano le auto ad altri concessionari o a privati senza dichiarare i relativi ricavi. Proprio così, in poco più di due anni, due concessionarie - una di Treviolo e l’altra di Bergamo - hanno conseguito guadagni non dichiarati per oltre 20 milioni di euro e non hanno versato Iva per 7 milioni.

L’evasione, messa a segno da due società a responsabilità limitata, è stata scoperta dopo lunghe e complesse verifiche dalla Finanza di Bergamo che ha denunciato a piede libero i titolari delle società.

Il sistema di evasione ha un nome: la «frode carosello» permette ai titolari delle aziende di vendere le auto a un prezzo più basso di quello praticato da chi rispetta le regole, drogando il mercato. Di solito le società di questo tipo - spiega la GdF - utilizzano altre imprese fantasma che fanno da filtro, anche con fatture false: questo permette di accumulare guadagni importanti nel giro di 2 o 3 anni, poi cessano l’attività senza pagare le imposte e fanno perdere le tracce.

Ecco perché il comandante provinciale ha disposto una serie di controlli approfonditi: l’evasione da 27 milioni è il primo importante risultato.

(18/02/2005)

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