Corsaro: «Quarta corsia? Non mi sbilancio più»

Corsaro: «Quarta corsia? Non mi sbilancio più»L’assessore regionale Corsaro frena sul via ai lavori dell’A4: ora si parla di agosto Moltrasio va all’attacco: «Altro che ponte sullo Stretto, servono delle priorità»

Il malato è grave, e ci sono fior di segnali. Per esempio lo studio commissionato al Politecnico di Milano dal gruppo lombardo della Federazione nazionale Cavalieri del lavoro e da Confindustria Lombardia, dove emerge che la situazione delle infrastrutture nella nostra regione è a livello catatonico.

Nel documento c’è un passaggio illuminante: un elenco di opere strategiche, e il relativo stato d’attuazione. Nell’ordine: alta capacità ferroviaria Milano-Verona, Pedemontana, Brebemi, Tangenziale est esterna di Milano, valico ferroviario del Gottardo, centro intermodale di Segrate, nodo di Milano, accessibilità alla nuova Fiera di Rho-Pero. Tante opere, ma alla voce «rispetto dei tempi» una sola osservazione: «in ritardo».

E c’è pure un altro segnale illuminante, l’assessore regionale, Massimo Corsaro, che allarga le braccia davanti alla domanda «novità per il via ai lavori della quarta corsia dell’A4?». Il titolare delle Infrastrutture scuote la testa e prosegue: «Io non mi sbilancio più... Anche perché non voglio passare come quello che dà delle date che poi gli altri non mantengono». Gli altri della questione sono quelli di Autostrade per l’Italia: le ultime notizie dal Pirellone parlano di una disponibilità ad iniziare i lavori per agosto.

Ma Corsaro stavolta non ci casca più: «Guardi, io davvero non dico più niente». Normale, visto che il Pirellone si attendeva il via ai lavori per fine 2003, massimo primavera 2004.

Ed è pure normale che alla fine i toni del convegno organizzato dal gruppo lombardo dei Cavalieri del lavoro e da Confindustria Lombardia al Centro Congressi Giovanni XXIII non siano dei più rassicuranti. Se il sindaco Cesare Veneziani teme «il collasso a causa di uno sviluppo disarmonico», il presidente dell’Unione Industriali va oltre. «Il primo convegno su questo tema risale al 1986: in 18 anni non è stato completato nulla di rilievo a carattere sovraprovinciale», rileva Andrea Moltrasio.

E come se non bastasse, le soluzioni individuate per uscire dall’empasse sono più a lungo che a medio termine. Nell’attesa i dati forniti dal bergamasco Mario Mazzoleni, presidente di Confindustria Lombardia, sono quanto mai preoccupanti. «Tra le regioni "motore" d’Europa, la Lombardia è quella che ha il più alto rapporto tra veicoli e lunghezza della rete».

Se poi è vero che il tempo è denaro, ci sono altri dati preoccupanti, sempre forniti da Mazzoleni: «Se la realizzazione di Brebemi slitterà dal 2007 al 2008, ci saranno 382 milioni di euro di mancata crescita del Pil. Per ogni anno di slittamento della Pedemontana 297 milioni in meno, che salgono a 361 nel caso della Tangenziale est esterna». Denaro, e tempo: «Se ci fosse la Pedemontana le attività produttive recupererebbero 2,7 milioni di ore l’anno perse in code, 5,8 per la Brebemi e 3,8 per la Tangenziale est esterna». E visto che siamo tutti sulla stessa barca, il dato del traffico privato è ancora più terribile: «16,4 milioni di ore per la Pedemontana, 17,5 per la Brebemi e 19,2 per la Tangenziale».

Come uscirne? Bella domanda. Qualche idea arriva dal presidente della Regione, Roberto Formigoni: «Serve un disegno strategico intelligente, professionalità adeguate per giocare fino in fondo le responsabilità, bisogna fare rete e superare i campanilismi. Perché particolarismi e localismi sono la vera palla al piede...». Già, il consenso: «È questo l’ostacolo prevalente, superiore anche alla scarsità delle risorse economiche». D’accordo anche Moltrasio: «Bisogna concentrarsi più sul processo autorizzativo delle grandi opere che sulle risorse».

(20/04/2004)

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