Donizetti, quattro milioni da Roma

Donizetti, quattro milioni da RomaVia libera del ministro Urbani a una tranche del finanziamento per i restauri del teatro. Attesa a breve una somma identica. Marabini: «Ora la Fondazione può davvero partire»

Il ministero per i Beni culturali ha stanziato quattro milioni di euro per la ristrutturazione del Teatro Donizetti. La notizia era stata data venerdì al Forum di Assago dal ministro Giuliano Urbani.

E Marabini gongola: «La Fondazione ora ha tutte le carte in regola per partire. La sistemazione del Donizetti è qualcosa di più che una semplice ipotesi, nonostante le perplessità di qualcuno...». Perplessità, nota bene, che ci sono state soprattutto sul versante amico, visto che lo scorso novembre era stata proprio Forza Italia a dare l’altolà alla costituzione della Fondazione, che Marabini era già pronto a portare in Giunta.

Le perplessità vertevano non tanto sulla bontà dell’operazione o sullo strumento scelto, quanto sulla copertura economica. Rimettere a nuovo il Donizetti costerà circa 21 milioni di euro, e da Forza Italia si era sottolineata la necessità di avere in cassa almeno il 50% della somma prima di dare il «la» alla Fondazione e ai lavori. Il rischio era quello di fare un bis di quanto successo in diversi teatri italiani, chiusi per lavori e mai più riaperti. Marabini, invece, aveva come modello il Liceu di Barcellona, teatro distrutto da un incendio e ricostruito a tempo di record grazie al coinvolgimento fattivo della gente catalana: una base pubblica, ma forti contributi privati.

Morale, la Fondazione aveva un po’ segnato il passo: la costituzione era stata rinviata a tempi migliori, se non alla prossima amministrazione. «La faremo noi o chi verrà dopo di noi», commenta l’assessore. «E comunque ora possiamo contare su otto milioni di euro di contributi statali, più i 10 del Comune, inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche. E in più ci sono promesse di partecipazione da parte dei privati. Direi che si può partire. Se saremo riconfermati, entro i primi tre Consigli comunali ci sarà la costituzione della Fondazione, e poi partirà la sottoscrizione pubblica, per coinvolgere la città intorno a quello che è il suo teatro per eccellenza».

Ad ogni modo, per fine anno, il sipario sul Donizetti dovrebbe davvero calare in attesa di tempi migliori: «C’è il Palatenda pronto a sostituirlo, e sinceramente non so se ci sarà concessa un’ulteriore proroga all’agibilità per il teatro. Gli interventi da fare sono davvero massicci. La mia idea sarebbe quella di chiudere con una grande festa di fine anno». E riaprire più in fretta possibile con un Donizetti rimesso a nuovo: «L’esperienza della Fiera nuova dimostra che con strumenti agili come le Fondazioni si lavora in modo molto rapido. Con doppi turni ed altro secondo me in due anni si possono chiudere i lavori», spiega Marabini.

Deciderà la prossima amministrazione: per il momento la cosa certa è che i soldi ci sono, e con quattro milioni di euro si può anche perdonare una mezza gaffe ministeriale. Del resto nella sua lunga storia, il Donizetti ne avrà sentite di stecche.

(02/06/2004)

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