Esposti, polemiche e conti lievitati in tre anni e mezzo di storia

È il 18 maggio 2000 quando Palazzo Frizzoni presenta il progetto preliminare della Tangenziale est alla città. Dopo pochi mesi dall’annuncio del cambio di rotta (niente sovrappasso al rondò delle Valli, meglio puntare sulla Tangenziale est) il progetto donato dal Gruppo Percassi è già nero su bianco e le ambizioni notevoli: ridurre il traffico al rondò delle Valli; «declassare» l’attuale circonvallazione a strada urbana, spostando il traffico sull’Asse interurbano e la nuova Tangenziale; rivitalizzare quattro quartieri (Boccaleone, Malpensata, Campagnola e in parte Celadina) tagliati in due o isolati dalla circonvallazione e «dismettere» il viadotto di Boccaleone, vero e proprio pallino del sindaco Cesare Veneziani.

Dopo le presentazioni di rito, Palafrizzoni parte quindi lancia in resta: l’opera è da realizzare in tempi relativamente brevi, trenta mesi a partire dall’estate del 2001. Ma il progetto suscita da subito più di una critica, a cominciare dalla donazione: Rifondazione comunista e il centrosinistra presentano esposti alla Procura, all’Oreco e all’Autorità per la vigilanza sui Lavori pubblici, ma la procedura seguita dall’amministrazione comunale si rivela regolare. E al di là della donazione, ci si interroga anche sull’utilità dell’opera: se il Comune la giustifica con la volontà di togliere il traffico da quartieri come Boccaleone, Celadina, Malpensata e Campagnola, i «detrattori» la considerano invece un doppione della Seriate-Nembro che, per la cronaca, è tuttora ferma alla galleria di Montenegrone. Così come insorgono anche residenti e comitati di quartieri interessati dalla nuova arteria: la Tangenziale - dicono - non avrà un impatto risolutivo sui problemi del traffico in città. Ma Palafrizzoni va avanti per la sua strada e il progetto procede spedito: un mese dopo, a giugno 2000, arriva il via libera del Consiglio comunale.

Passano pochi mesi, siamo a gennaio 2001, e il Comune decide di stralciare il primo lotto dei lavori per la Tangenziale est, quello relativo al sottopasso al rondò delle Valli. Si parte quindi da largo Decorati al valor civile «per snellire subito il traffico in uno dei punti più congestionati», come spiega l’allora assessore alla Viabilità Marco Pagnoncelli, ma soprattutto per recuperare il finanziamento, oltre quattro miliardi di vecchie lire, che la Regione aveva stanziato per il sovrappasso del rondò. Il cantiere del sottopasso viene aperto il 22 aprile 2002 e chiuso a giugno di quest’anno.

Si tratta di un intervento da sei milioni di euro, ma i costi che preoccupano sono altri. Già, perché strada facendo ci si accorge che i conti non tornano affatto. E ad ammetterlo è proprio Palafrizzoni che si è ritrovato a far fronte a 11 milioni 912 mila 900 euro di variazione di spesa nel bilancio 2002. Siamo a luglio di un anno fa, quando l’assessore Enrico Piccinelli (che ha ereditato la patata bollente dal predecessore Pagnoncelli) in Consiglio comunale ammette che l’aumento dei costi - la spesa complessiva dell’opera è passata da circa 41 milioni a 52 milioni 912 mila euro - è frutto a sua volta dell’aumento di diverse voci: «Movimento terra, gallerie artificiali, opere minori, sistema di smaltimento acque, lavori vari e spostamento sottoservizi».

Spiegazioni che non convincono il centrosinistra che alza il tiro: «Quando il progetto è stato regalato al Comune, i calcoli erano troppo approssimativi, quest’opera sta assorbendo tutti i costi», denuncia la diessina Elena Carnevali. E ogni volta che in aula si torna a parlare di Tangenziale, il leit-motiv non cambia: per le opposizioni il conto è più salato di quel che ci aspettava e quei cinque chilometri sono una spesa eccessiva per la città.

(30/10/2003)

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