False assunzioni di immigrati in aziende «fantasma»: nei guai anche un bergamasco

Ci sarebbe anche un bergamasco tra le dodici persone, (tre italiani e nove maghrebini) sottoposte a fermo di polizia giudiziaria in varie regioni italiane, con l’accusa di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina per trarne profitto. In sostanza, secondo gli investigatori della Squadra Mobile e dei carabinieri di Perugia che avevano avviato le indagini nel settembre 2004, l’ organizzazione si sarebbe occupata, dietro pagamento da parte degli immigrati, di reperire false documentazioni relative a richieste di assunzioni da parte di ditte «fantasma», cioé esistenti solo sulla carta, necessarie poi a ottenere il visto per l’ ingresso in Italia.

Tra queste, c’erano anche un’ azienda di software che aveva richiesto 90 lavoratori extracomunitari e una che vendeva vitelli che ne chiedeva 60 dalla Cina: numeri e curiosità, queste, che hanno insospettito gli inquirenti.

Sarebbero almeno 1.500 le pratiche avviate o in fase di preparazione da parte dell’ organizzazione, una ventina le false aziende coinvolte (informatiche, agricole e una edile) e pari ad almeno 3 milioni di euro il presunto guadagno ottenuto, secondo quanto accertato da polizia e carabinieri. Gli aspiranti lavoratori stranieri pagavano, per avviare le richieste di assunzione, dai 2.000 euro a testa di qualche tempo fa fino a 4.000 attuali. Le procedure erano particolarmente complesse e gli investigatori stanno ancora tentando di risalire al numero degli stranieri autorizzati e di quelli che, avendo già pagato, non erano ancora riusciti ad arrivare in Italia.

(19/03/2005)

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