Giallo di Mozzo, assolti padre e figlio

La Corte d’Appello di Milano ha definitivamente assolto Michele e Flavio Tironi, rispettivamente marito e figlio di Gemma Lomboni, casalinga di Mozzo trovata morta il 28 giugno 1994 nella cantina della propria abitazione. I due erano stati accusati di aver ucciso la donna inscenandone poi il suicidio. Al processo d’Appello di Milano l’accusa aveva chiesto invece per entrambi una condanna a 22 anni di carcere. Padre e figlio hanno sempre respinto con forza l’accusa sostenendo che la casalinga si era suicidata impiccandosi in cantina, emotivamente provata da un incidente al ginocchio che l’aveva costretta all’uso delle stampelle. In primo grado gli imputati erano stati assolti «per non aver commesso il fatto» con la formula che richiama la vecchia insufficienza di prove. La Corte d’assise in primo grado motivò: Gemma Lomboni fu strozzata, l’omicidio venne commesso in casa, forse da entrambi gli imputati, forse da uno solo, ma non era dato stabilire da chi. Sulla scorta di questo dubbio i giudici si erano pronunciati per la non colpevolezza, non mettendo però in discussione il fatto, cioè il delitto. L’accusa aveva chiesto allora 23 anni di reclusione per padre e figlio, il cui movente sarebbe stato la volontà di sbarazzarsi di una donna diventata insopportabile dopo l’incidente al ginocchio. La Corte dunque assolse e il pm si appellò. In secondo grado il figlio Flavio - indicato come autore del delitto - era stato condannato a 22 anni: pena cancellata dalla Cassazione nel giugno dello scorso anno, mentre il padre Michele Tironi era stato dichiarato non punibile in relazione al reato di favoreggiamento. Ora l’ultimo processo d’Appello e la sentenza di assoluzione.

(06/10/2005)

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