Gli sfollati sono rimasti a casa:
«Come si fa ad andare al lavoro?»

«Scusate – dice Bruna Vanotti - . Ieri, forse, ero forte io o forse non avevo ancora capito bene l’entità del problema, ma sono stata in grado di fare forza e confortare gli altri. Oggi mi sento davvero in difficoltà a parlare».

«Scusate – dice Bruna Vanotti ritirandosi dal cortile, visibilmente emozionata e gli occhi lucidi, nel corridoio di casa –. Ieri, forse, ero forte io o forse non avevo ancora capito bene l’entità del problema, ma sono stata in grado di fare forza e confortare gli altri. Oggi mi sento davvero in difficoltà a parlare: un conto è vedere certe scene in televisione capitate ad altri, un conto è viverle in prima persona. E stanotte, fuori casa a causa di una frana, c’eravamo io e la mia famiglia».

Lei è Bruna e la casa è quella in via Stoppani a Ponte Giurino di Berbenno: «Tutti sanno bene quale è e la chiamano infatti “la casa della Bruna” – continua –. Sono molto conosciuta, per questo ho ricevuto molte chiamate di amiche che hanno visto il servizio sulla frana in televisione e mi hanno chiamata per farmi forza. Ho dormito a Berbenno, ma nei prossimi giorni, se ancora dovremo stare fuori casa, chiederò a mia figlia che abita qui a Ponte Giurino, se mi può ospitare. Sono scesa di buon’ora perché avevo dimenticato alcune pastiglie. Inizialmente i volontari che presidiano la zona non mi permettevano di passare, ma poi ho spiegato loro che dovevo raggiungere casa per dei farmaci. Sono riuscita anche a dare da mangiare agli animali , alcune pecore e un vitello. L’altra famiglia di quattro persone è ospitata da parenti a Locatello e la terza, di due, a Ponte Giurino».

«Oggi è lunedì – continua Bruna – ma tutti coloro che dei nostri dovevano andare a scuola o al lavoro non sono andati: come ci si può allontanare serenamente sapendo della frana?».

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