Ha gli occhi di Takunda la speranza di chi combatte l’Aids

Il teatro Donizetti ospita questa sera, dalle 21, la prima edizione del premio «Takunda: vincere con la solidarietà», iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere progetti di cooperazione in campo internazionale. «Servirà anche a far emergere quanto Bergamo sia solidale e attiva nel volontariato», ha sottolineato Valerio, presidente della Provincia.

La Provincia collabora con iil Cesvi, che ha intitolato un fondo a Takunda con l’obiettivo di aiutare le mamme e i bambini africani. La premiazione sarà affidata a Dario Ballantini, Lella Costa, Cristina Parodi e al Trio Medusa. Presenta Francesca Senette.

Takunda - in questi giorni a Bergamo - ha tre anni, ed è il figlio di Safina Maghodi (insieme nella foto), una donna di 28 anni che vive in un villaggio nella savana dello Zimbabwe. Come purtroppo accade a una donna su tre nell’Africa sub-sahariana, Safina è malata di Aids.

Ma tre anni fa, quando è rimasta incinta, ha avuto la forza di dichiarare ufficialmente la propria sieropositività e di chiedere aiuto, affrontando la paura, l’esclusione sociale, l’abbandono da parte del marito. Così è riuscita a salvare la vita di suo figlio.

Safina è stata la prima donna ad accettare di prender parte al progetto del Cesvi «Fermiamo l’Aids sul nascere», come spiega il presidente Maurizio Carrara: un progetto che mira a prevenire la trasmissione del virus Hiv da madre a figlio attraverso la somministrazione alle donne malate della nevirapina, capace di proteggere il nascituro dal contagio.

Safina aveva solo 25 anni, ma era già stata costretta a vivere un’esperienza tragica: aveva visto morire di Aids il suo primo bambino. Proprio questo l’ha spinta a reagire, a superare la diffidenza e ad accettare di seguire il programma di cure. E questo ha permesso a Takunda di avere oggi una vita normale e felice.

(10/05/2004)

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