I giovani e il (molto incerto) futuro
«Nulla di buono, ma siamo in gioco»

Una ricerca Axa presentata in Bocconi: la percentuale degli sfiduciati è all’80%, ma il 67% è pronto a raccogliere la sfida.

Parafrasando Gassman, «un grande futuro dietro le spalle». Già, perché l’80% dei giovani italiani teme che il futuro non riservi nulla di buono e l’82% ritiene che le prossime generazioni avranno minori disponibilità economiche e prospettive di carriera. È quanto emerge dall’«Italian Axa Paper n.6 - Le sfide dei giovani», presentato durante il seminario Axa-Bocconi sui rischi, dal titolo «Empowering young people, driving change. La sfida dell’innovazione sociale per la finanza».

«I giovani oggi sono a conoscenza di dover vivere nell’incertezza – spiega lo studio Axa-Bocconi –, ma grazie alla loro intraprendenza, socialità, curiosità e dinamicità sono pronti a mettersi in gioco per affrontare il presente e le sfide del futuro». Il 67% degli intervistati sarebbe pronto a mettersi in affari da solo, ad esempio per creare una start-up. Oltre il 70% dei giovani intervistati cerca il più possibile di fare scelte non vincolanti, in modo da poterle cambiare in futuro, e quasi il 70% è in continua ricerca di situazioni nuove e stimolanti. Sono due i bisogni fondamentali – emersi dall’indagine – espressi dai ragazzi: la riduzione del tasso di incertezza e la visualizzazione di traiettorie e percorsi evolutivi praticabili. Al centro di tutto, emerge un ruolo chiave per il settore finanziario nel favorire l’empowerment dei giovani, pilastro dello sviluppo oggi.

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