Immigrati: aumentano boliviane e rumeni

Sono quasi raddoppiati, sfondando il muro dei 60 mila, gli immigrati nella Bergamasca: ma a differenza di altre realtà la loro presenza si è ormai strutturata, tanto che le «nuove ondate» hanno permesso significativi ricongiungimenti familiari, riequilibrando, più che altrove, la componente numerica a favore delle donne e dei minori. Anzi, sono proprio questi ultimi i protagonisti del «Rapporto Immigrazione 2003» presentato ieri in via Tasso e realizzato dall’Osservatorio delle Politiche sociali della Provincia di Bergamo, in collaborazione con Prefettura, Comune e Diocesi di Bergamo, Asl, Csa, Caritas e mondo sindacale.

Tra i dati più significativi si conferma l’ascesa di tre nazionalità: soprattutto i rumeni in provincia e i boliviani nel capoluogo, mentre l’incremento maggiore in assoluto, seppur ancora con cifre complessive modeste, riguarda la popolazione ucraina. Si diceva dei minori: una crescita tumultuosa negli ultimi anni, che tocca il 20% della popolazione totale. Un’avvertenza: il voluminoso lavoro presentato ieri mette a confronto fonti diverse e anche momenti temporali differenti, essendo partito dalla presentazione di dati fino al 31 dicembre 2002, ma avendo poi aggiornato tali cifre «in corsa», dopo la regolarizzazione, anche se i dati più recenti forniti dalla Questura si riferiscono al 15 febbraio 2004.

BOOM DI MINORI È una delle novità più importanti, come ha prontamente sottolineato l’assessore provinciale alle Politiche sociali Bianco Speranza: «L’incremento dei minori nella Bergamasca ha assunto dimensioni davvero importanti se pensiamo che ormai su 60 mila immigrati residenti ben 12 mila sono minori. Questo ha portato a riflessi ancor più evidenti nel mondo della scuola: in soli quattro mesi infatti, dal giugno 2003, fine dello scorso anno scolastico, al settembre-ottobre 2003, inizio dell’attuale, gli alunni immigrati sono passati da meno di 5.000 a oltre 8.500». Speranza ha poi annunciato, a nome del presidente della Provincia Valerio Bettoni, il varo per il futuro di un progetto innovativo: «La casa della cooperazione per i Paesi in via di sviluppo».

PRIMA E DOPO LA REGOLARIZZAZIONE Tra i dati precedenti alla regolarizzazione e quelli seguenti c’è un abisso, basti pensare al numero complessivo di immigrati, passati in 14 mesi da 37.468 (dato del 31/12/02) ai 60.615 del febbraio scorso. Questa nuova massiccia ondata ha portato a scompaginare le varie classifiche di presenze per nazionalità, che ormai erano consolidate da anni. Non solo: anche la composizione per sesso ha subìto modifiche sostanziali, portando soprattutto dall’America del Sud una maggioranza femminile (anche se il 66% degli immigrati resta ancora di sesso maschile).

SCALATA RUMENA IN PROVINCIA Era un dato che il nostro giornale aveva già messo in evidenza in passato: la comunità rumena cresce a una velocità superiore alle altre e numericamente in provincia passa dal sesto al quarto posto dopo la regolarizzazione, che permette di vedere più che raddoppiate le presenze, passate da 1.400 a 3.054. In testa alla «classifica» c’è sempre la comunità marocchina (11.754 unità) che stacca nettamente i secondi: non più gli albanesi (5.770) bensì i senegalesi (5.974) che hanno proprio nella Bergamasca il loro più importante insediamento regionale. Salgono anche i cittadini egiziani (1.259) passati dal decimo al settimo posto. In calo indiani, ex jugoslavi, tunisini, stabili i cinesi.

BOLIVIANI LEADER IN CITTÀ Un fenomeno che sembrerebbe appartenere agli ultimi mesi, ma che invece era già esistente nel «sommerso» ed è esploso con la regolarizzazione: la popolazione boliviana esce dalle retrovie e conquista il primo posto nel capoluogo. Fenomeno strettamente legato all’assistenza domiciliare, il «cosiddetto popolo delle badanti», centinaia di donne che arrivano dal loro Paese per prendersi cura di tanti anziani bergamaschi, è passato in pochi mesi da 352 a 1.026 unità, scalzando i marocchini, ora secondi in graduatoria (943 cittadini). In calo invece albanesi, senegalesi, slavi, cinesi e ghanesi, mentre si affaccia prepotentemente la realtà ucraina, praticamente inesistente prima (solo 25 persone) e oggi decima comunità cittadina con 371 persone.

(28/04/2004)

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