Infermieri-talpa, processo a rischio
Chiesta l’ammissione di 1.500 testimoni

C’è il rischio di paralisi al processo ai carabinieri di Zogno e sugli infermieri-talpa.

Potrebbero rientrare dalla finestra i 1.500 pazienti che, da possibili parti offese, rischiavano di ingolfare l’iter giudiziario per via delle notifiche e che lo scorso anno erano stati esclusi dal processo dal gup Giovanni Petillo con un ragionamento in punta di diritto.

L’avvocato Barbara Bruni, difensore di uno dei 13 imputati, ha chiesto al collegio presieduto da Antonella Bertoja che i 1.500 vengano ammessi come testimoni. Barbara Bruni, insieme al padre Roberto, assiste Calogero Emanuele, il titolare del Cis di Bergamo, società specializzata nel recupero di indennizzi, accusato di concorso nella rivelazione del segreto d’ufficio.

Un filone dell’indagine riguarda, infatti, le «soffiate» che alcuni infermieri di sei ospedali della Bergamasca avrebbero fatto: in pratica passando sottobanco, e dietro compenso, i dati anagrafici dei feriti che finivano al pronto soccorso dopo incidenti stradali. Questi ultimi, dopo la dimissione, venivano contattati da consulenti che offrivano i propri servigi.

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