Insulti e denigri su Facebook?
Per la Cassazione rischi il carcere

Una sentenza dai mille risvolti, che farà discutere, ma decisamente di stretta attualità.

Nelle scorse settimane la Cassazione ha deciso che rischia il carcere chi denigra e offende su Facebook. E considerato che il social network per eccellenza si sta sempre più trasformando in una sorta di arena dove gladiatori virtuali (e spesso anonimi...) se le dicono e suonano di santa ragione, la sentenza qualche riflesso lo può avere, eccome.

Tutto nasce da una difficile separazione di una coppia, culminata negli insulti che l’ex marito ha postato su Facebook nei confronti della moglie. Da qui è iniziato un controverso percorso giudiziario con rimpallo tra giudice di pace e tribunale, e la differenza è assolutamente sostanziale, perché se il primo applica sanzioni economiche, il secondo può anche comminare pene detentive. Nel caso di diffamazione aggravata, da 6 mesi a 3 anni. Dopo un eterno tira e molla sul soggetto di competenza, la questione è finita sul tavolo della Cassazione, che ha deciso che la diffamazione su Facebook deve essere considerata aggravata dal mezzo della pubblicità e che pertanto la pena da applicare può essere il carcere. Tempi duri per i leoni da tastiera...

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