Irpef e Ici, Bergamo fra i comuni più tartassati

Con le tasse locali sono soprattutto le città d’arte ad essere le più esose. Nella classifica dei più tartassati quando si parla di addizionale comunale Irpef vi sono al terzo posto i bergamaschi. Nella hit che somma Irpef e Ici pro capite, Bergamo è invece alla diciassettesima posizione. La classifica finale vede al top vi sono i bolognesi, seguono i fiorentini, i romani e i senesi. Subito dopo troviamo le città del Nord-Est come Padova, Mantova, Biella e Verona. Bergamo come detto è alla diciassettesima piazza con una addizionale Irpef pro capite di 76.71 euro, mentre per l’Ici 233,66 euro, preceduta da città come Milano e Torino, ma anche come Lecco e Como particolarmente tartassate.I dati provengono da un’indagine dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha analizzato le due principali imposte che i Sindaci delle città italiane possono addossare ai propri concittadini. Mediamente il gettito dell’Ici e dell’addizionale comunale dell’Irpef copre circa il 65% delle entrate tributarie di un Comune.

Al Nord la pressione fiscale dovuta alle tasse locali è più forte, la situazione si fa meno pesante nel Meridione dove a pagare meno sono gli abitanti di Croton, seguiti dai palermitani, dagli abitanti di Reggio Calabria, Enna, Caltanissetta e dai ragusani.

Il risultato più significativo dell’indagine arriva quando si distinguono i comuni che hanno un’addizionale comunale Irpef più elevata della media. Qui il posto d’onore spetta a Biella con 79,39 euro pro capite, seguono Treviso con 76, 81 euro, rispetto ad una media nazionale di 37, 55 euro e appunto al terzo posto Bergamo (76, 71 euro). Non applicano l’addizionale comunale sull’Irpef: Siena, Lecco, Milano, Rimini, Aosta, Brescia ecc.

Tolte le debite eccezioni - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - molti Sindaci preferiscono far cassa non tassando i redditi con l’applicazione dell’addizionale ma agendo attraverso l’Ici, soprattutto quando possono sfruttare un patrimonio immobiliare di pregio che molte città d’arte possiedono nei centri storici. Quando ciò non è possibile la scelta ricade sull’inasprimento della tassazione sui redditi. E non a caso sono le città di provincia a registrare gli incassi pro capite più elevati.

(07/05/2005)

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