La fiaccolata a Bergamo: tremila no al terrorismo

Un grande serpentone silenzioso che ha illuminato prima la Corsarola e poi le Mura, dove Palafrizzoni aveva fatto spegnere la tradizionale illuminazione. Oltre 3.000 persone hanno risposto ieri sera in Città Alta all’invito di Cgil, Cisl e Uil a scendere in piazza contro gli orrori della guerra, ricordando le piccole vittime della tremenda tragedia di Beslan in Ossezia, e le volontarie italiane sequestrate in Iraq.

Una manifestazione cominciata in Piazza Vecchia, con i canti dei «Piccoli Musici» di Casazza e momenti di poesia e riflessione. Poi il lungo corteo che ha attraversato il cuore di Città Alta per arrivare sulle Mura e da qui a Sant’Agostino, dove si sarebbe dovuta concludere la manifestazione. Ma si è andati oltre, lungo viale Vittorio Emanuele per arrivare poi in Città Bassa, in piazza Vittorio Veneto, a pochi metri da Palafrizzoni, il palazzo del Comune, dove eccezionalmente sono state esposte due bandiere della pace. Più di 3.000 persone. Uomini, donne e bambini con un solo obiettivo: la pace. Non è stata una manifestazione dal sapore politico: all’invito dei sindacati hanno aderito oltre 80 soggetti, tra Comuni e realtà del volontariato e della solidarietà. E c’erano anche i partiti: quelli del centrosinistra e anche qualcuno del centrodestra. Non tutti, su quest’ultimo versante, a causa di un mezzo disguido tecnico.

Le e-mail di invito non sono state ricevute o lette da tutti gli interessati, e solo Forza Italia (all’ultimo istante) e Udc hanno così potuto aderire. Ma si tratta di sfumature in una serata dove non ci sono stati né slogan né bandiere, solo tanta voglia di pace.

(10/09/2004)

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