La prevenzione, arma efficace contro il glaucoma In un convegno i risultati delle ultime ricerche

La riunione scientifica si è tenuta nei giorni scorsi su iniziativa del reparto oculistico del Policlinico San Marco di Zingonia. Un centinaio gli specialisti presenti

Il glaucoma, malattia oculare purtroppo molto diffusa e ancor oggi poco conosciuta, si può efficacemente contrastare soprattutto con la prevenzione. Purtroppo è una malattia subdola: quando ci si accorge di essere malati, si ha già perduto parte del campo visivo e la qualità della vista è già compromessa irreversibilmente.

Su questo aspetto fondamentale della diagnosi precoce, oltre che delle possibili terapie, si è accentrato un importante convegno scientifico che, la scorsa settimana, ha raccolto al Centro Congressi del Cristallo Palace, i migliori oculisti e ricercatori di ospedali e università italiane e un centinaio di specialisti, su iniziativa del Reparto oculistico del Policlinico San Marco di Zingonia.

Proprio al Policlinico San Marco di Zingonia è già in funzione da oltre 3 anni un tale Centro, che verrà presto potenziato, per poter far fronte alle numerose richieste di visite ambulatoriali ed indagini strumentali, che quotidianamente pervengono da parte dei pazienti affetti da glaucoma, malattia che rappresenta, per gli oculisti del terzo millennio, la vera sfida.

Il glaucoma consiste nel patologico aumento della pressione interna dell’occhio, che determina, a sua volta, un grave ed irrecuperabile danno del nervo ottico, con irrimediabile diminuzione della vista, a volte purtroppo fino alla cecità. Nella maggior parte dei casi, chi ne è affetto, non si accorge della presenza della malattia fino a quando la situazione visiva si è deteriorata in modo irrecuperabile; da qui l’importanza fondamentale della diagnosi precoce.

Il convegno è stato introdotto dal Dr. Giovanni Fumagalli, responsabile del Reparto Oculistico di Zingonia, che ha illustrato i tradizionali mezzi diagnostici di indagine, ovvero il Campo Visivo e lo studio morfologico delle fibre del nervo ottico.

Sui mezzi di indagine più innovativi oggi disponibili, ovvero la perimetria a duplicazione di frequenza, la tomografia a scansione sequenziale e la tomografia ottica laser a coerenza, è intervenuto il Prof. Paolo Brusini, primario presso l’Università di Udine, considerato è il più noto ricercatore italiano nel campo della diagnostica.

Efficacia e limiti della terapia medica tradizionale, sono stati invece illustrati dal prof. Michele Iester, ricercatore presso l’Università di Genova e membro del Gruppo Italiano per lo Studio del Glaucoma. Quindi è intervenuto Stefano Miglior, professore ordinario presso l’Università di Milano, che ha illustrato i recenti progressi terapeutici ottenuti con l’introduzione nella pratica clinica della prostaglandina e soprattutto dei suoi derivati, farmaci molto efficaci nel combattere la malattia e che oggi rappresentano la speranza per i milioni di malati di glaucoma al mondo.

Le relazioni sono state concluse dal prof. Giuseppe Dario Carella, uno dei più noti e preparati oratori italiani, ricercatore di fama mondiale e membro delle più importanti società oftalmologiche internazionali: le corrette procedure di diagnosi precoce e di impiego farmacologico, gli argomenti sui quali si è soffermato.

Il prof. Carella ha sottolineato, in particolare, come la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci abbia drasticamente ridotto la necessità di ricorrere all’intervento chirurgico tradizionale, che purtroppo non era scevro da complicanze, talvolta anche gravi.

L’aver diminuito questa incidenza è stato uno dei più significativi successi ottenuti negli ultimi anni dagli oculisti nella lotta contro il glaucoma.

Parallelamente alla riduzione della chirurgia tradizionale, si sono venute affermando due metodiche innovative, una definita parachirurgica e l’altra mininvasiva.

La prima si basa sull’uso di particolari laser, che agiscono sulla produzione e sul deflusso dell’eccessivo liquido presente all’intero dell’occhio, mentre le seconde si basano su procedure di microchirurgia minimamente invasiva atte a favorire una maggior filtrazione dello stesso liquido.

Queste procedure rappresentano il secondo gradino terapeutico di impiego in quei pochi e sfortunati casi in cui la terapia farmacologica non è in grado di arrestare la malattia.

L’obiettivo principale è difatti quello di arrestare la malattia, non guarire dalla malattia stessa perché il glaucoma è una malattia cronica, da cui non si guarisce; chi ne è colpito, è malato per tutta la vita e per tutta la vita deve curarsi ed eseguire periodicamente controlli perimetrici. Per questo motivo il glaucoma è considerato una malattia molto pericolosa e invalidante, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove spesso campagne di sensibilizzazione per la prevenzione di questa terribile patologia, anche perché le statistiche internazionali riferiscono di un significativo aumento percentuale del glaucoma nella popolazione, parallelamente all’aumento della lunghezza della vita.

Contro il glaucoma l’unica arma è la prevenzione: per questo motivo è opportuno sottoporsi periodicamente a controlli oculistici, presso medici specialisti, dopo i 45 anni, o anche prima, in casi di familiarità glaucomatosa.

Solo una visita specialistica è infatti in grado di dare una garanzia sullo stato di salute dell’occhio, a patto che non ci si limiti al solo rilievo della pressione oculare, ma, in presenza di immagini oftalmoscopiche sospette, si eseguano le opportune indagini diagnostiche, che sono quelle prima ricordate.

Al termine della relazione del Prof. Carella, si è aperto un ampio ed appassionante dibattito dal quale è emersa la convinzione che le armi migliori per proseguire questa sfida medica e combattere validamente il glaucoma siano rappresentate, da un lato, dalla continua sensibilizzazione presso la pubblica opinione della necessità di controlli medici specialistici e, dall’altro lato, dalla creazione di Centri di Riferimento a livello provinciale, ove inviare i pazienti glaucomatosi, o sospetti tali, per eseguire tutte le indagini necessarie al raggiungimento di una diagnosi precoce e quindi di una efficace e sicura terapia.

(10/12/2003)

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