«Il Papa Giovanni è aperto
Grazie anche agli scettici»

Ora lo può dire: la fretta era dovuta al fatto che Formigoni aveva detto che si apriva entro l'anno? «Se l'ha detto dando una data - risponde il direttore generale del Papa Giovanni XXIII -, quella data gliel'avevamo indicata noi».

Ora lo può dire: la fretta era dovuta al fatto che il presidente Formigoni aveva detto che si apriva entro l'anno, che ci metteva la faccia? «Se l'ha detto dando una data - risponde il direttore generale del Papa Giovanni XXIII -, quella data gliel'avevamo indicata noi. E sapevamo che per quella data eravamo pronti».

Nonostante lo scetticismo di molti.
«Il successo di questo trasloco si deve proprio agli scettici: non è stato uno scherzo tenere il punto anche davanti a 1.300 firme per spostarlo a gennaio. Ma solo cominciando, tutto quello che si doveva fare sarebbe stato fatto senza perdere tempo, e con la certezza di poter contare sull'impegno delle ditte che stavano lavorando. Andare a gennaio significava tenere fermo l'ospedale nuovo 15 giorni per le feste di Natale, e non poter fare i lavori che mancavano. Non è un caso se gli scettici, e almeno 1.200 di quelli che avevano firmato per spostare il trasloco, si siano tirati su le maniche come tutti. Qui di ora in ora le cose cambiavano, e lo vedevano tutti».

A quando l'inaugurazione? Prima o dopo le elezioni regionali?
«Dopo il trasferimento degli ambulatori, certo. E non oltre la metà di febbraio».

Nessun difetto?
«Per la sicurezza nessuno. Per il resto, i difetti si vedono solo vivendoci dentro. Tra qualche mese forse si potrà dire: ecco, questo andava fatto meglio».

Il Centro prelievi, ne fate un altro in centro città?
«Ci stiamo pensando. L'ipotesi al Matteo Rota ci intriga».

I Riuniti si sono svuotati.
«Ma lì restano molti servizi almeno per sei mesi. Anche io lavorerò lì. E la vigilanza la paghiamo noi, e la aumenteremo: quello che ci compete l'abbiamo fatto».

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