«Per la casa chiedevano regali:
gioielli, borse e scarpe griffate»

«Gioielli, borse e scarpe griffate per ottenere la precedenza assoluta nella lunga lista d'attesa degli alloggi comunali. Bastava un regalino a chi di dovere per scalare in men che non si dica la montagna di richieste depositate all'Ufficio alloggi del Comune di Bergamo».

«Gioielli, borse e scarpe griffate per ottenere la precedenza assoluta nella lunga lista d'attesa degli alloggi comunali. Bastava un regalino a chi di dovere per scalare in men che non si dica la montagna di richieste depositate all'Ufficio alloggi del Comune di Bergamo».

A raccontare il modus operandi di alcuni addetti al servizio, la responsabile del segretariato sociale della Cigl, Annalisa Colombo, che proprio all'epoca dell'Affittopoli nazionale aveva ricevuto alcune lamentele da parte di utenti alla disperata ricerca di una casa. Nonostante l'invito da parte dello stesso sindacato a denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine, nessuno ha mai osato sporgere denuncia, per non incorrere nel rischio di perdere l'alloggio appena ottenuto.

«Mentre ero allo sportello – spiega Annalisa Colombo – mi è capitato circa quattro, cinque volte di sentire storie di questo genere. Non si è trattato tanto di episodi in cui le case venivano date ad altri, ma di persone in estrema difficoltà che hanno ottenuto un alloggio comunale in cambio di regali, richiesti esplicitamente. Non venivano chiesti soldi, ma gioielli, scarpe e borse, chiaramente di un certo valore. Nel momento in cui il regalo veniva recapitato, da una situazione bloccata, le cose sembravano smuoversi e l'alloggio arrivava».

Le testimonianze sono state raccolte allo sportello ascolto Cgil, punto di appoggio per persone in condizioni disperate, disposte a tutto pur di ottenere un tetto per la propria famiglia: «Allo sportello si recano persone ad alti livelli di emergenza, anziani e persone con disabilità – spiega Annalisa Colombo –. Quando mi sono resa conto della gravità della situazione, ho subito consigliato a queste persone di testimoniare, ma avevano troppa paura». Insospettito il sindacato si è rivolto all'assessorato di competenza: «Abbiamo chiesto un incontro con l'assessore alle politiche della casa di allora, Francesco Macario (Giunta Bruni), che credo in buona fede, ci aveva spiegato che non era possibile un fatto di questo tipo e che a volte circolano voci che non corrispondono a realtà. Ora vedremo cosa uscirà da questa inchiesta, spero che le persone adesso siano stimolate a parlare».

La stessa Sonia Rigoletto, all'epoca responsabile dell'Ufficio alloggi ed oggi indagata, partecipò al colloquio con i rappresentanti del sindacato: «In seguito a un confronto con la collega Annalisa Colombo ci era venuto un sospetto sulle modalità di assegnamento degli alloggi – dice Orazio Amboni, responsabile del Dipartimento welfare Cgil –. Abbiamo chiesto un incontro con l'assessore Macario durante il quale avevamo incontrato anche Sonia Rigoletto. In quell'occasione avevamo manifestato i nostri dubbi ma ci era stato detto che stavamo sbagliando. L'assessore ci aveva anche detto che la questione era seguita una persona di totale fiducia».

All'epoca il Comune si trovava a dover far fronte a numerosissime richieste di alloggi: «Non sapevamo la situazione fosse così allarmante – continua Amboni –. La richiesta era altissima e le case pochissime. Inoltre ci era stato spiegato che nei casi più gravi era necessaria una certa elasticità, da qui gli "scavalcamenti" nella lista di attesa. Da quell'incontro sono uscito convinto e vista la questione delicatissima e spinosissima, abbiamo deciso di lasciar perdere. Al momento le spiegazioni erano convincenti, ora stabilirà la magistratura».

Sull'altro fronte sindacale, la Cisl difende l'immagine dei dipendenti comunali: «Si tratta di una questione gestita a livello legale che non attiene alle questioni meramente sindacali – afferma Natalino Cosentino, coordinatore Rsu Cisl –. Sono dispiaciuto di una situazione che lede l'immagine dei dipendenti comunali. Il rischio è di generare interpretazioni e semplificazioni, quando si tratta di situazioni singole. Posso assicurare che nella maggior parte dei casi si tratta di persone corrette nel loro lavoro. Spero che venga fatta chiarezza a breve».

E sulla vicenda si esprime anche il Movimento consumatori che invita i mancati assegnatari che ritengono di essere stati ingiustamente esclusi a contattarli via mail ([email protected]) o telefonando (035322825).

Diana Noris

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