L’evaso Max Leitner si fa vivo «Ho avuto protezioni dall’alto»

«Il secondino non c’entra, è soltanto un peone e per la mia fuga ci sono state protezioni dall’alto». Max Leitner, evaso il 15 ottobre scorso dal carcere di Bergamo assieme ad un altro detenuto, Emanuele Radosta, si è fatto vivo con il giornale di Bolzano Tageszeitung. «Se fosse stato soltanto il secondino ad aiutarmi - dice il rapinatore altoatesino, autore di quattro evasioni dal carcere - come avrei potuto telefonare indisturbato per mesi dalla mia cella con un telefono portatile? In effetti c’é stata una corruzione, ma a livelli molto più alti». Leitner dice inoltre di stare bene e di trovarsi «in un luogo sicuro, dove non c’è il rischio né di venire trovati, né di essere estradati». Alla questura di Bolzano si osserva che le dichiarazioni del bandito 45enne potrebbero essere il modo per fare degli «avvertimenti trasversali». Il procuratore di Bolzano Cuno Tarfusser esaminerà la questione lunedì. Come è avvenuto il contatto tra il giornale di lingua tedesca ed il bandito?

«C’è stata una terza persona che si è messa in contatto con noi, dicendo che Leitner voleva parlare con la Tagsezeitung», afferma il direttore, Arnold Tribus. «Abbiamo pensato a lungo se pubblicare o meno l’intervista con Leitner - ha detto Tribus -. Alla fine- ci è sembrato che pubblicare le sue affermazioni, che non sono certo quelle di un gentleman ma di un criminale, possa comunque far parte del gioco tra accusa e difesa, senza dimenticare che la guardia carceraria accusata di avere concorso nell’evasione ha già subito pesanti conseguenze».§

(18/12/2004)

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