L’omicidio dei coniugi bresciani Al setaccio il dirupo degli orrori

Sono riprese questa mattina alle 6.30 nella zona del passo Vivione, a circa 1.500 metri di altezza tra le province di Bergamo e Brescia, le ricerche per completare il ritrovamento dei corpi dei coniugi bresciani Aldo e Luisa Donegani, 77 e 61 anni, scomparsi il 30 luglio scorso e poi ritrovati fatti a pezzi la mattina del 17 agosto. Una quarantina di uomini appartenenti a Forestale, Soccorso Alpino e Protezione Civile hanno iniziato un nuovo esame delle zone già perlustrate mercoledì, quando furono trovati i resti straziati dei due corpi, ma non le teste e il busto della donna. La ricerca è estesa anche a un’area più ampia. Senza il ritrovamento delle teste, che assieme all’altra parte mancate potrebbero essere state preda degli animali selvatici, il riconoscimento ufficiale dei due corpi sarà possibile solo attraverso l’esame del Dna. Sul posto anche i Carabinieri del Ris. A Guglielmo Gatti, 41 anni, il nipote in carcere da mercoledì sera con l’accusa di duplice omicidio aggravato e occultamento di cadavere, è stato concesso il colloquio con il proprio difensore. Il gip Carlo Bianchetti si è poi riservato di decidere sulla convalida del fermo di Gatti che davanti a lui ha rilasciato dichiarazioni spontanee nelle quali ha affermato di essere estraneo alla vicenda.

Non si è tenuto quindi un vero e proprio interrogatorio nei suoi confronti. Durante le sue dichiarazioni spontanee Guglielmo Gatti ha fornito ipotesi alternative riguardo l’omicidio degli zii Aldo e Luisa Donegani. Lo ha spiegato il suo avvocato, Luca Broli, al termine dell’udienza di convalida del fermo. L’avvocato Broli ha detto di aver visto il suo assistito molto provato, al limite della disperazione. Il gip avrà come termine per la sua decisione le 14 di domani. Guglielmo Gatti, oltre a dichiararsi estraneo alla vicenda ha indicato ipotesi alternative, indirizzando gli inquirenti verso ambienti nell’ambito dei quali sarebbe maturato il delitto.

(19/08/2005)

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