Ma Italia Nostra dice no al Casinò
«Servono iniziative più coerenti»

«Non tornano i fasti della bella epoque, ma arriveranno i torpedoni di pensionati vittime del gioco d’azzardo».

«È possibile valorizzare le terre alte con gli usi bassi?». Parte da questa domanda la riflessione (negativa) di Italia Nostra sul possibile ripristino del Casinò a San Pellegrino. «Nei prossimi giorni, dopo che due mesi addietro Regione Lombardia ha approvato un ordine del giorno simile, sono calendarizzate, nei consigli della città e della Provincia, mozioni per sollecitare la riapertura del Casinò di San Pellegrino. Tutto ciò proprio nel momento in cui, con l’apertura del nuovo centro benessere e con l’annuncio dello stanziamento da parte del Cipe di oltre 18 milioni di euro per il recupero del Grand Hotel, la cittadina brembana sembra finalmente ritrovare un nuovo orizzonte strategico» rileva la presidente Maria Claudia Peretti.

«Tali mozioni presentano la riapertura delle sale da gioco come un’imperdibile opportunità per il rilancio dell’economia di valle e dell’intero territorio. Non è chiaro però come mai dimenticano di ricordare che: il gioco d’azzardo è una gravissima patologia in evidente aumento, ed il casinò ne è il simbolo ed il modello. Tale patologia ha effetti potenzialmente devastanti sugli strati più deboli della popolazione, in particolar modo persone sole, anziani e giovani. Il turismo dei casinò è prevalentemente di tipo mordi e fuggi, non qualificato e totalmente disinteressato alla conoscenza del contesto territoriale. In tali strutture è più facile il riciclaggio di denaro sporco e dunque l’attrazione dell’economia criminale. L’indotto specifico varia tra i compro oro, per i molti che perdono, e l’offerta di svaghi dissipativi, per i pochi che vincono. In ogni caso non si tratta di indotto strategico per il rilancio dell’economia di valle».

«La sezione di Bergamo di Italia Nostra chiede alla politica locale di dimostrarsi all’altezza della complessità e delle necessità del nostro territorio, sapendo ideare e promuovere iniziative di valorizzazione di San Pellegrino coerenti con la sua natura di riferimento del territorio montano, quale centro ove promuovere una nuova economia della cultura, della salute e del benessere, in coerenza con le tante qualità del suo contesto e dunque orientate a indotti strategici e positivi di lunga durata per tutta l’area montana; evitando invece il facile gioco di iniziative regressive, che, illudendo di far rivivere i fasti antichi della belle epoque, promuovono la concentrazione e promozione di disagio sociale e la diffusione dell’economia effimera. Non ritorna la regina Margherita, ma i torpedoni di pensionati affetti da gambling».

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