Mediolanum denuncia Ghinzani «Ammanchi fra i conti dei clienti»

Sarebbero una settantina gli abitanti dell’Isola che hanno affidato i loro risparmi, con promesse di guadagni sicuri, a Giancarlo Ghinzani, 45 anni, sindaco di Medolago dal 1999, presidente della Comunità dell’Isola Bergamasca, promotore finanziario della Banca Mediolanum fino a pochi mesi fa. Ma da un po’ di tempo i conti di queste persone hanno smesso di quadrare.

Roberto Scippa, direttore delle relazioni con la stampa di Mediolanum, prima sottolinea che Ghinzani non era un dipendente ma un agente, poi diceche in questo caso «Banca Mediolanum si considera parte lesa, avendolo denunciato». «È stato sospeso - spiega - perché ci siamo accorti che c’era qualcosa che non andava nelle operazioni da lui condotte». Sono seguite investigazioni interne e il 19 ottobre è stato revocato il mandato: poi la segnalazione alla Consob e il 22 marzo di quest’anno la denuncia al Tribunale della Procura di Bergamo per truffa, appropriazione indebita e falso in scrittura privata.

L’avvocato Cristian Vezzoli dell’Adusbef , a cui si sono rivolte le persone che si reputano truffate, spiega che dal settembre scorso l’associazione ha ricevuto diverse richieste di consigli da parte degli abitanti dell’Isola che hanno affidato i loro risparmi al sindaco di Medolago. E’ stata organizzata anche una riunione a Medolago: i coinvolti hanno dichiarato di aver affidato a Ghinzani anche ingenti somme di denaro, anche in contanti, ma che questo poi è sparito, in tutto o anche in parte. «Solo pochi dei suoi clienti - dice Vezzoli - hanno deciso di provvedere per vie legali: molti gli avevano dato carta bianca per la gestione delle somme, con investimenti a insaputa dei legittimi proprietari».

Vezzoli parla di un totale ammanco per qualche milione di euro: il problema principale «è che non abbiamo prove di alcuni avvenuti pagamenti in contanti, mai arrivati in banca. Alcuni casi singoli sono indifendibili, ma se mettessimo insieme tutte le situazioni le possibilità di rivalersi aumenterebbero». Una cosa è certa: sarà una battaglia lunga. «Ma adesso - dice l’avvocato dell’Adusbef - stiamo valutando se procedere penalmente nei confronti della banca, perché è da qui che passa la tutela dei risparmiatori».

(26/05/2005)

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