Montichiari, i veneti non chiudono
«Parliamo con Orio. Ma con Enac»

Il presidente della veneziana Save, dopo l’accordo con Brescia e Verona, non chiude le porte ad Orio.

«Noi lavoriamo per lo sviluppo dell’aeroporto di Montichiari, e quindi siamo disponibili a dialogare con chiunque abbia lo stesso obiettivo». Dopo la lettera d’intesa con Verona e Brescia per la gestione comune dell’aeroporto bresciano di Montichiari, Enrico Marchi, presidente della veneziana Save, non chiude (del tutto...) la porta a Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio. Ma pone una condizione: «Solo alla presenza di Enac: voglio un arbitro». E considerato che pure Sacbo era ben favorevole alla presenza di Enac, qualche spiraglio di trattativa (forse) rimane.

Certo, permangono le distanze sui motivi della rottura, che il lato veneto continua ad addebitare a quello bergamasco (che non la pensa proprio così...), e soprattutto quella sugli equilibri societari. Se Bergamo non intende scendere sotto il 50 per cento di una futura newco per gestire lo scalo di Montichiari, come ricordato dal presidente Miro Radici, il collega della veronese Catullo, Paolo Arena, gli ricorda che «l’aeroporto bresciano è stato costruito con i soldi dei veronesi».

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