Cronaca
Domenica 30 Ottobre 2005
Nasce a Medolago una «piccola stella» per aiutare gli adolescenti in difficoltà
Da mercoledì 2 novembre, con l’arrivo del primo ragazzo, comincerà a funzionare a Medolago la prima comunità aperta in Bergamasca per adolescenti con disturbi del comportamento e della personalità. A regime la comunità, alla quale è stato dato il nome poetico de «La piccola stella», potrà ospitare una decina di ragazzi tra i 12 e i 16 anni con patologie psichiatriche all’esordio e non cronicizzate. La comunità di Medolago sarà inaugurata dal vescovo mons. Roberto Amadei il 7 dicembre alle 10.30.
Non esistevano finora in provincia di Bergamo strutture residenziali terapeutiche per adolescenti anche se i servizi sono previsti dal Progetto obiettivo nazionale e la Regione Lombardia prevede la costituzione di almeno un presidio residenziale per ogni unità operativa di neuropsichiatria infantile. L’idea da cui è venuta la comunità di Medolago è nata, un paio d’anni fa, dalla collaborazione deIl’Unità operativa di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’Azienda ospedaliera di Treviglio diretta allora da Antonella Costantino (ora dirigente della Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Policlinico di Milano), in collaborazione con Aeper e Sol.Co. Il 10% della popolazione da zero a 18 anni soffre di disturbi psichiatrici significativi con una punta del 15% in adolescenza.
In provincia di Bergamo nel 2000 sono stati ricoverati 111 adolescenti in strutture specialistiche, 46 di loro in reparti per adulti. Nella provincia di Bergamo con esigenze residenziali sarebbero 11 soggetti ogni100.000 abitanti. Il ricorso ai ricoveri ospedalieri avviene in meno del 10% dei casi di disturbi psichiatrici gravi nell’adolescente, ma aumenta se non c’è una rete di servizi integrati. La mancanza di strutture sul territorio significa anche che è inevitabile mandare i ragazzi lontano da casa, provocando, quando tornano, uno spaesamento che rischia di annullare tutto il lavoro terapeutico fatto.
La comunità di Medolago è ospitata in una cascina, alle porte del paese, messa a disposizione (comodato d’uso) da un privato. Un’azienda privata ha permesso la ristrutturazione dell’immobile secondo le indicazioni per l’accreditamento. Lo staff tecnico sarà costituito da educatori professionali in rapporto di uno a due rispetto ai ragazzi, da due neuropsichiatri infantili e una psicologa. La comunità ospiterà ragazzi e ragazze dal lunedì al venerdì, il weekend rientreranno in famiglia. Durante la settimana, secondo i casi, frequenteranno la scuola o avranno altre opportunità di formazione. Si accede alla comunità solo su segnalazione dei servizi territoriali. Il periodo di permanenza massimo è calcolato in due anni.
(30/10/2005)
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