Nuova tegola per il «Bocia»
Via da Ascoli per tre anni

Il provvedimento sarebbe legato all’acquisto nella città marchigiana di materiale pirotecnico professionale destinato esclusivamente all’uso da parte di titolari di porto d’armi.

Nell’attesa di decidere il suo futuro a Bergamo, per Claudio Galimberti, meglio conosciuto come «Bocia», leader degli ultrà nerazzurri, c’è una certezza: non potrà rientare nella provincia di Ascoli per i prossimi 3 anni. «Il motivo non ha nulla a che fare con l’Ascoli Picchio o lo stadio Del Duca ma è legato ad alcuni acquisti “senza permesso” effettuati nel Piceno. Poche settimane fa, infatti, Galimberti si trovava a transitare per il centro di Ascoli con alcuni amici, anch’essi legati alla curva Nord di Bergamo» scrive Il Resto del Carlino.

«Una pattuglia della polizia ha fermato la loro vettura a pochi metri da piazza Arringo e dai controlli è emerso che trasportavano materiale pirotecnico professionale destinato esclusivamente all’uso da parte di titolari di porto d’armi. In mancanza di questo requisito Galimberti è stato segnalato dagli agenti e, successivamente, fatto oggetto della restrizione».

«Il provvedimento, a quanto pare, è scattato per il possesso dei fuochi in relazione, però, alla particolare condizione in cui si trova Galimberti, ripetutamente colpito da divieti di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo). Galimberti, a quanto pare, era passato ad Ascoli per incontrare alcuni esponenti della tifoseria bianconera con cui sta collaborando da tempo per proporre, in accordo con altre realtà di tutta Italia, la modifica dell’articolo 9 della legge Amato: una norma che permette il divieto di vendita di biglietti, tessere e abbonamenti a soggetti che abbiano ricevuto un Daspo, anche con sentenza non definitiva. Un punto molto dibattuto della legge che, in sostanza, apre le porte alla ‘diffida a vita’. Da tempo i gruppi organizzati delle tifoserie (non solo calcistiche) di tutta Italia stanno cercando di trovare un punto di incontro con le istituzioni su questo fronte, ma per ora le restrizioni restano invariate».

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