Operaia morì nello scoppio a Lartigiana Tre persone rinviate a giudizio

Tre persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di omicidio colposo e lesioni colpose, mentre per una quarta è stato disposto il «non luogo a procedere». E’ quanto ha deciso il giudice Mauro Clerici all’udienza preliminare del procedimento riguardante l’esplosione verificatasi il 10 gennaio 2003 nella ditta Lartigiana-Bottoni di Bolgare nella quale morì Carla Caldara, 49 anni di Bolgare e rimasero feriti Paolo Ferrari (con ustioni in molte parti del corpo) di Castelli Calepio e Fiorenza Maria Donna pure di Bolgare.

Secondo una prima ricostruzione l’esplosione si verificò durante un’operazione di montaggio di un carroponte con una saldatrice a elettrodi. Il contatto fra la saldatrice e un tubo di aspirazione delle polveri (scarto dei bottoni) avrebbe provocato lo scoppio. Il giudice ha rinviato a giudizio Pietro Gualini di Bergamo (uno dei titolari della ditta), Pietro Dovere di Orio al Serio, amministratore della ditta Dovere che stava eseguendo alcuni lavori all’interno della Lartigiana, Roberto Pessina di Almenno San Salvatore, operaio saldatore. Non luogo a procedere per Antonia Gualini di Brusaporto, sorella di Pietro Gualini.

(23/02/2004)

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