Per Lo Porto la Camera è deserta
M5S, durissimo attacco a Gentiloni

«Una cosa deve essere chiara: i tragici errori e le colpe che il presidente degli Stati Uniti ha direttamente riconosciuto, non incrinano la determinazione con cui il Governo intende proseguire la lotta contro il terrorismo».

Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, nell’Aula della Camera - praticamente deserta (meno di 40 parlamentari) - nel corso dell’informativa urgente del Governo sull’uccisione dell’operatore umanitario Giovanni Lo Porto. Gentiloni ha ribadito che il terrorismo costituisce una minaccia seria, che va affrontata collaborando con i nostri alleati, sostenendo l’azione di tutte le forze dello Stato impegnate sul terreno, va affrontata con l’unita’ del Parlamento e del popolo italiano».

«Sin dal primo momento» del sequestro in Pakistan «il governo italiano ha esercitato la massima pressione diplomatica sulle autorità locali per fare luce sulla vicenda e chiedendo al governo pachistano di istituire, come è stato fatto, un’apposita task force ai cui lavori hanno partecipato regolarmente funzionari dell’ambasciata italiana a Islamabad. L’ultima prova che «Giovanni Lo Porto fosse in vita, risale allo scorso autunno. Le azioni militari, sempre più frequenti nell’area di confine tra Pakistan e Afghanistan, hanno reso ancora più complessa l’attività di acquisizione delle informazioni». Sono sempre parole del ministro degli Esteri. «Le verifiche si sono protratte per tre mesi, la natura particolare dell’aerea non consentiva un rapido e facile accesso per accertare l’azione antiterrorismo e identificare le persone colpite», ha aggiunto il ministro.

«Nel colloquio telefonico con Renzi - ha spiegato Gentiloni - il presidente Usa ha detto che avrebbe reso nota la notizia ai popoli americano e italiano, assumendosene la piena responsabilità, la successiva mattina del 23 aprile. Prima - ha sottolineato il ministro - l'Unità di crisi della Farnesina ha provveduto a informare i famigliari del cooperante italiano rimasto ucciso nel raid antiterroristico. Posso assicurare che l’Italia troverà il modo di onorare la memoria di Giovanni Lo Porto».

«Signor Paolo Gentiloni, lei è venuto qui ad ammazzare per la seconda volta Giovanni Lo Porto». Durissimo l’attacco nell’Aula della Camera di Angelo Tofalo di M5S dopo l’informativa del ministro degli Esteri sulla morte del cooperante italiano. L’esponente pentastellato è stato richiamato due volte dalla presidente Laura Boldrini, che lo ha invitato «ad esprimersi in modo appropriato mantenendo uno stile parlamentare».

Ma Tofalo è andato avanti nella critica al governo. «Sono stanco dei minuti di silenzio, di sentire che un nostro fratello è stato ucciso per errore o che il governo si impegna per sapere la verità. Lei - dice Tofalo rivolgendosi al ministro - è componente del Cis (comitato interministeriale per la sicurezza) e in questo ruolo ha già fallito. Perchè noi italiani veniamo a sapere attraverso una nota stampa della morte di un nostro connazionale, perché lo veniamo a sapere dal responsabile della morte che ci chiede scusa? Che si sono detti Renzi e Obama? Renzi per caso è andato a vendere altri F35?».

«Perché non è qui? Noi pecorelle che non alziamo mai la voce che non sappiamo mai niente ma che accettiamo come governo italiano la morte di un nostro fratello. Lei aveva ministro due possibilità oggi qui: dimettersi o raccontare la verità. Invece è venuto qui per ammazzare una seconda volta Lo Porto».

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