Perdonato dai genitori della vittima, omicida bergamasco sarà processato a giugno

«Perdono chi ha ucciso mia figlia». Sono le parole che il papà di Moira Squaratti, la giovane infermiera di 27 anni di Paspardo (Valcamonica) assassinata l’anno scorso, il giorno di Pasquetta con quindici coltellate, aveva pronunciato ai funerali della figlia assassinata. Lui, il papà, e l’intera famiglia Squartati hanno voluto mantenere fede fino in fondo alla decisione di perdonare l’omicida, l’allora fidanzato della figlia Luigi Marchetti, 35 anni, ristoratore di Sovere.

Oggi, all’udienza preliminare presso il Tribunale di Brescia, in cui è stata fissata al 16 giugno la data dell’inizio del processo con rito abbreviato, la famiglia Squaratti ha dato mandato al proprio legale, l’avvocato Ivan Facchini, di annunciare che non si costituirà parte civile. «Vista la tragicità dei fatti - ha informato il legale - i miei assistiti preferiscono rimanere al di fuori della vicenda anche per tutto ciò che costituisce un eventuale indennizzo».

Il corpo della ragazza era stato trovato il giorno dopo l’omicidio, il 2 aprile, nell’appartamento in cui la giovane viveva con il fidanzato. Marchetti era sparito dalla circolazione riparando prima in Sardegna, poi in Francia, con l’intenzione di raggiungere l’Inghilterra. Il giovane si era invece costituito il 3 maggio, su consiglio di un sacerdote che aveva incontrato durante la fuga in Francia.

Ora il giovane bergamasco - che verrà sottoposto ad una consulenza psichiatrica - dovrà rispondere di omicidio volontario, aggravato da futili motivi.

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