Pezzotta riabilita Pacì Paciana:«Toglieva ai ricchi per dare ai poveri»

Savino Pezzotta riabilita Pacì Paciana. Nel corso delle dichiarazioni di voto finali sulla manovra economica, il deputato dell’Udc (che ha annunciato il voto contrario del suo partito) si è scagliato contro il metodo usato da governo e maggioranza, ma anche contro la Robin tax di Tremonti. «Inviterei Tremonti - ha detto Pezzotta - a guardare più che all’eroe inglese, al bergamasco Paci Paciana, che toglieva ai ricchi per dare ai poveri, ma lo faceva veramente». Ma quanti parlamentari – non bergamaschi – sanno chi è Pacì Paciana? E probabilmente anche qualche persona di casa nostra non conosce il celebre brigante della Valle Brembana. Per un’insolita coincidenza l’anniversario della morte di Pacì Paciana è il 6 agosto (1806).CHI ERA PACI PACIANAUn brigante, l’amico dei poveri, un novello Robin Hood brembano. Ecco chi era Pacì Paciana. Il suo vero nome era Vincenzo Pacchiana. Ricercato dai brigadieri Francesi, per le sue malefatte, era ben voluto dalla gente. Era un po’ il simbolo della giustizia per i valligiani, e lo chiamavano : ol padru’ dèla val brembana. Nato verso la fine del ’700 tra Grumello dè Zanchi e Poscante in contrada Bonorè nel comune di Zogno – come scrive Bepi Belotti nel suo Diavoli, Pitocchi e Streghe – fu ritenuto da alcuni eroe, da altri famigerato delinquente. Divenne brigante, non ancora trentenne, per difendersi da due imbroglioni che lo avevano derubato, regolò l’affronto con una sonora scarica di legnate ai due manigoldi e incredibilmente per questo subì la sua prima denuncia e per non farsi incarcerare da quel potere che schiacciava sempre i più deboli si dette alla latitanza nei boschi meno accessibili della valle brembana che lui conosceva benissimo perchè pare esercitasse, per poter tirare a campare, oltre al mestiere di taglialegna anche quello del contrabbandiere di tabacco. Da qui inizia la sua storia di giustiziere della valle brembana, perchè ovunque ci fossero ingiustizie, soprusi o da reistribuire ricchezze ingiuste interveniva lui il Pacì che a suon di schioppettate si faceva rispettare e sopratutto temere da usurai e da quelli che lui riteneva prepotenti e opportunisti. Le autorità competenti – prosegue Belotti - preoccupati a soffocare questo simbolo di libertà emanarono dei bandi di cattura con tanto di taglia; 100 zecchini se vivo, 60 zecchini se morto. Innumerevoli le imboscate delle guardie per catturarlo, memorabile lo scontro a fuoco a Endenna, frazione di Zogno, con un paio di morti tra le forze dell’ordine, il Pacì invece riusciva sempre indenne da quei conflitti anche grazie ad uno speciale giubbotto antiproiettile artigianale che portava sotto il suo mantello tanto da renderlo invincibile. Di corporatura piuttosto rubusta il Pacì era alto, i suoi capelli corvini ricci intrecciati come si usava allora, barba nera, colore della pelle olivastro. Amava sempre camuffarsi per sfuggire alla cattura, sia nei lineamenti che nei travestimenti ( da contadino vecchio, da prete e persino da donna) parlava il bergamasco con influenza veneta per via della passata dominazione della serenissima ed era immancabilmente armato di coltelli, pistole e fucile a schioppo. Per catturare il Pacì Paciana e cancellare quindi il mito, le truppe francesi organizzarono un imboscata per catturarlo nei pressi dei ponti di Sedrina. Il Pacì, ignaro di questo tranello tesogli, caddè nella trappola, ma al capitano dei francesi che stava per arrestarlo e che gli intimava di arrendersi, rispose testuali parole: le vecchie volpi si catturano, ma non hanno certo il mio pelo" e si getto’giu’ nel Brembo e scomparve dalla vista. Miracolosamente riuscì a guadagnare la riva del fiume e si diede di nuovo alla macchia. Ma un giorno in un bosco fu morsicato da un misterioso serpente. Il Pacì riuscì a salvarsi, ma il suo fisico era ormai stanco e indebolito. Penso’ quindi di rifugiarsi sopra al lago di Como da un brigante tale Carcino che lui riteneva amico, il quale per intascare la taglia che pendeva sulla testa del Pacì, lo uccise con una fucilata mentre dormiva, gli taglio’ la testa e poi la consegno’ ai francesi che per sminuire il Pacì davanti alla popolazione la esposero sotto alla ghigliottina alla Fara di Città Alta. Era il 6 agosto 1806. (05/08/2008)

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