Più di 100 vittime, sfuma l’effetto patente a punti

Quattro morti in meno di 24 ore, la lunga scia di sangue sulle strade bergamasche continua inesorabilmente ad allungarsi. Quattro vittime che si aggiungono al bilancio di uno dei più tragici fine settimana sulle strade italiane: 47 morti contro i 28 del precedente weekend e i 26 di un anno fa.

Di fronte a questo stato di cose il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Pietro Lunardi annuncia un giro di vite: «La patente è come il porto d’armi e deve essere rilasciata con molto rigore e attenzione. Aumenteremo le difficoltà dell’esame». Una riforma in tal senso «è allo studio del Governo e conto di realizzarla in tempi brevi. Forse sarà questione di qualche mese». Lunardi dà anche l’assenso al patentino a punti per i motorini. Ma torniamo alla Bergamasca dove dall’inizio dell’anno, lungo le strade della viabilità ordinaria (statali, provinciali e comunali) e l’A4 (nell’intero tratto Milano-Bergamo-Brescia), si contano 102 vittime contro le 105 di un anno fa, le 134 del 2002, le 151 del 2001 e le 153 del 2000 (dati riferiti al 22 novembre di ogni anno).

Il fatto che «quota 100» sia stata superata più tardi rispetto agli scorsi anni non deve assolutamente consolare. Nel 2000 era stata raggiunta dopo 211 giorni, nel 2001 dopo 190, nel 2002 dopo 257 e nel 2003 dopo 312. Quest’anno dopo 327. Il dato non deve consolare perché purtroppo solo apparentemente siamo di fronte a una riduzione del numero delle vittime. Infatti se il dato generale che registra una diminuzione complessiva potrebbe far sperare in un progressivo contenimento del numero delle vittime della strada, a una analisi più approfondita emerge un grosso elemento di preoccupazione: l’effetto «patente a punti» è esaurito (o quantomeno ha perso parecchia della sua efficacia).

A dirlo è il freddo linguaggio dei numeri: tra il 1° luglio (data di entrata in vigore della patente a punti) e il 22 novembre 2003 si erano avute 42 vittime, nello stesso arco di tempo quest’anno sulle strade bergamasche e la A4 hanno perso la vita 48 persone.

Delle 102 vittime di quest’anno, 13 – pari al 12,74% – erano stranieri (uno cittadino europeo). Due hanno perso la vita in autostrada e gli altri sulla viabilità ordinaria. La loro età media era di 26 anni e la quasi totalità aveva una regolare occupazione come lavoratore dipendente. Quattro erano albanesi, tre indiani, due marocchini, un pakistano, un tunisino, un kosovaro e un austriaco. Tra loro due bambini: una di un mese e uno di tre anni.

Dal 2000 il numero dei cittadini stranieri che hanno perduto la vita in incidenti stradali lungo le strade della Bergamasca e la A4 è progressivamente cresciuto soprattutto in percentuale. A fronte di una diminuzione generale delle vittime, infatti è cresciuto quello degli stranieri che sono morti in incidenti stradali. Nel 2000 erano stati 11 su 167 (il 6,58%), nel 2001 13 su 161 (l’8,07%), nel 2002 invece, 18 su 157 (l’11.46%) e nel 2003, 22 su 116 (il 18,62%).

Complessivamente sono state 77 le vittime – quella marocchina con 22 morti e quella albanese con 12 le comunità più colpite –: più della metà abitavano nella Bergamasca e avevano una regolare occupazione. In molti casi appartenevano a famiglie già residenti da anni e integrate nella nostra provincia.

(23/11/2004)

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