Più difficile ospitare i bimbi bielorussi

Dare ospitalità ai bambini della Bielorussia dal 2005 potrebbe risultare più difficile a causa di nuove disposizioni burocratiche per l’ottenimento dei documenti e del visto d’ingresso. A sollevare il caso sono le associazioni e le fondazioni impegnate in prima linea nell’accoglienza dei bimbi bielorussi.

Alcune famiglie ospitanti hanno ricevuto una lettera della Fondazione Aiutiamoli a Vivere nella quale il presidente Fabrizio Pacifici afferma che «l’ambasciata d’Italia in Belarus, su disposizione del Ministero degli Esteri ha richiesto per il visto di ingresso in Italia per i minori inseriti nei progetti di risanamento post-Chernobyl il certificato di assenso parentale ed il certificato di nascita debitamente apostillati». Ciò secondo Pacifici «pone a rischio l’intera iniziativa di accoglimento per problemi di ordine economico e di tempistica, vista la programmazione già avviata dalle organizzazioni italiane.

Infatti, qualora si procedesse in tale direzione i costi derivanti dalle apostille saranno totalmente a carico delle famiglie italiane in quanto né la famiglia bielorussa né tanto meno i Direttori di istituto,d a dove provengono il 50% dei bambini, sono in grado di supportare tale onere visto che le spese sono stimate in 55.000 rubli pari a 19 euro per bambino». Per superare il problema la Fondazione ha proposto di utilizzare il passaporto come documento valido per l’espatrio. Infatti, tale documento necessita per il suo ottenimento , della presentazione dell’atto di nascita e del certificato parentale valido per l’espatrio.

L’esperienza di accoglienza dei bambini bielorussi in Italia non ha più soltanto le caratteristiche di vacanze di risanamento ma, sempre più , quelle di sviluppo educativo/culturale legato ad un processo cooperativistico. Solo la Fondazione Aiutiamoli a Vivere nel 2003 ha sostenuto progetti di educazione, di risanamento, di ristrutturazione degli ambienti e di invio di aiuti umanitari per oltre 1.800.000 Euro.

(10/03/2004)

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