Poste al collasso, più di 11 tonnellate di corrispondenza arretrata

Incontro stamane in Prefettura. Il piano messo a punto per la sperimentazione si sta rivelando un fallimento. I sindacati chiedono assunzioni, o partirà la mobilitazione

Poste sempre più al collasso. A Bergamo la corrispondenza arretrata supera gli 11 mila chili (per la precisione 11.649) e i sindacati snocciolano i numeri dell’emergenza: 14.567 giacenze l’11 novembre, 26.212 il 9 dicembre. Ovvero 431 chilogrammi di posta che giornalmente si accumula negli uffici. La situazione si è fatta ancora più critica da quando è iniziata la sperimentazione - decisa in accordo tra organizzazioni sindacali, Prefettura e azienda - per valutare se il piano di riorganizzazione aziendale (77 portalettere, 13 riserve e 6 furgoni) funziona oppure no.

"Dai dati emerge - rileva Salvatore Catalano, segretario provinciale della Slp Cisl - che la situazione del recapito è peggiorata. E l’azienda in questo mese di sperimentazione non solo è ricorsa al personale in servizio che si è sottoposto a 450 ore straordinarie, ma mediamente è dovuta ricorrere a quattro portalettere in più al giorno". Ma c’è di più: "Per far fronte all’emergenza - prosegue Catalano - , da lunedì sono in servizio sette portalettere che ogni giorno arrivano da Milano. La mattina sono in servizio nel capoluogo, nel pomeriggio in città".

La disastrosa situazione delle Poste bergamasche è stata analizzata stamane da sindacati e responsabili della direzione regionale delle Poste, che si sono ritrovati in Prefettura per fare il punto con il prefetto Cono Federico. Alla fine, dopo oltre due ore di faccia a faccia, si è deciso che azienda e organizzazioni sindacali si ritroveranno il 20 dicembre. Per il prefetto si tratta "di un’apertura di credito importante da parte dell’azienda, che non esclude di ricorrere all’ampliamento di organico".

Meno soddisfatti i sindacati che rilanciano: "L’incontro del 20 dicembre sarà l’occasione per verificare - rileva Carmelo Ilardo della segreteria della Slc Cgil - se c’è davvero la volontà di ricorrere a nuove assunzioni. Per noi è una sorta di ultimo giorno, se non otterremo che le garanzie che chiediamo, riprenderemo la mobilitazione e le iniziative di lotta".

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