«Prima di Natale il futuro della Bas»

«Prima di Natale il futuro della Bas»Il sindaco: poco tempo a disposizione per rispondere all’offerta dei 93 milioni di Brescia. Oggi la Giunta Gli assessori Misiani e Grossi: scelta da ponderare. Azzurri contrari. Perplessità sulla scadenza di fine anno

«Una cosa è certa: avremmo preferito avere più tempo per ponderare con serenità questa scelta, ma ormai mi rendo conto che non è possibile: i termini per dare una risposta a Brescia sulla Bas restano quelli di fine 2004». Il sindaco Roberto Bruni ha già preso la rincorsa per affrontare uno dei nodi cruciali per il futuro della sua amministrazione: il destino della municipalizzata dopo la nuova maxi offerta Asm, 93 milioni di euro, si decide nelle prossime tre settimane e nulla può essere lasciato al caso.

Intanto Palazzo Frizzoni ha già chiesto che venga formalizzata la nuova proposta scritta da parte di Asm e per oggi sono convocati la Giunta e l’ufficio di presidenza del Consiglio comunale: si comincerà a delineare un percorso, occorrerà sondare i vari gruppi della maggioranza, poi affrontare il «mare aperto» dell’aula consiliare, avendo già ben chiare le posizioni di industriali e sindacato. «Dobbiamo decidere entro Natale – aggiunge il sindaco – perché sarebbe un’impresa convocare il Consiglio nella settimana tra Santo Stefano e l’ultimo dell’anno. Cosa penso dell’offerta? Che non c’è nulla di nuovo, tranne il plusvalore delle azioni di concambio e il vincolo, questo sì, che ci obbliga a decidere in pochissimi giorni». Ovvio il «no comment» di Bruni sull’operazione: «Le mie valutazioni restano riservate, visti i tempi, presto comunque saprete.

Le strade sono solo due. Aderire all’offerta bresciana oppure no. Non abbiamo ricevuto infatti nessun’altra offerta, né concreta, né di disturbo. Non accettare significherebbe privilegiare l’ipotesi di aggregazione provinciale delle multiutilities e probabilmente chiudere per sempre la porta a Brescia».

Dilemma non da poco, che potrebbe provocare fratture in maggioranza, anche se l’assessore al Bilancio e al Patrimonio Antonio Misiani , che peraltro aveva partecipato due settimane fa a Milano al summit che dovrebbe portare all’aggregazione regionale del settore energetico, cerca di gettare acqua sul fuoco: «Certo il tempo è poco, ma dobbiamo riuscire ugualmente a valutare con lucidità tutte le opportunità per Bas. Come è accaduto con la scelta del rinvio a marzo, mi auguro che alla fine questa decisione non riproduca lo schema maggioranza-opposizione ma sia espressione di una vasta convergenza. Quanto al summit al Pirellone, Formigoni non ha certo scoraggiato aggregazioni intermedie come questa».

L’assessore all’Urbanistica e Sviluppo economico Valter Grossi sottolinea come «sembri un po’ forzata la pressione esercitata sui tempi. Non conosco fino in fondo le potenzialità di Bas per essere un attore dignitoso nel panorama delle utilities regionale e nazionale. Pertanto non posso esprimere valutazioni: per la comunità bergamasca si tratta di una scelta impegnativa, di valore strategico, da meditare con attenzione. Un bivio tra una marginalità onorevole e la capacità di essere protagonisti».

Nessuna dichiarazione invece dal presidente della Provincia Valerio Bettoni prima del vertice convocato per martedì prossimo da via Tasso in cui, presenti i soci del «Patto per Bergamo», l’Università e la società di revisione Kpmg, si tornerà ad insistere su un terzo polo bergamasco dei servizi alternativo a Milano e Brescia. Un progetto che forzatamente ha subito un’accelerazione dopo gli ultimi sviluppi: discuterne significa non solo porre le basi per un’alternativa ad Asm, ma esercitare indirettamente pressione anche sulla scelta del Comune.

Il segretario provinciale di Forza Italia Marco Pagnoncelli è invece decisamente contrario all’operazione: «Noi non cambiamo idea, continuiamo a pensare che occorre sviluppare il territorio attraverso scelte autonome, che vedano protagonisti i principali soggetti bergamaschi. I 93 milioni di euro? Trattasi di carta, intesa come azioni che oggi valgono quella cifra e domani potrebbero valere molto meno: non facciamoci impressionare dagli zeri».

E il consigliere regionale della Lega Nord Daniele Belotti si augura che «a Palazzo Frizzoni non prevalga l’interesse di partito, visto che a Bergamo e Brescia la Giunta ha la stessa coloritura politica, rispetto agli interessi dei bergamaschi».

Intanto però sulla famosa scadenza del 31 dicembre 2004 che Brescia, forte della circolare di metà novembre, ritiene irrevocabile e fissa come «spartiacque» per chiudere o meno l’affare, le interpretazioni non sono univoche. Qualche esperto sostiene infatti che, al di là dei vincoli della legge Marzano, i famosi incentivi in scadenza a fine anno «potrebbero non riguardare il caso Asm-Bas, nel senso che non influirebbero sulle scadenze delle concessioni (già prorogate al massimo fino al 2010)». A questo punto, vista la delicatezza del tema, non sarebbe meglio chiedere un parere definitivo al ministero delle Attività Produttive? Ci sono almeno 93 milioni di ragioni per farlo

(09/12/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA