Progetto trasparente, solidale e sicuro
Per la Cisl la Brebemi dovrà essere così

Mercoledì 22 luglio verrà posta la prima pietra della Brebemi, opera molto importante per l'economia della Bergamasca. Comporterà una spesa di circa 1 miliardo e mezzo, impiegherà oltre 1500 addetti, e proporrà nuove sfide al mondo delle costruzioni e del sindacato. Ecco le proposte della Filca Cisl nel campo della legalità e della sicurezza.

Mercoledì 22 luglio è stata la prima pietra della Brebemi, opera molto importante per l'economia della Bergamasca. Ecco le proposte della Filca Cisl nel campo della legalità e della sicurezza a firma di Gabriele Mazzoleni, segretario generale FILCA CISL Bergamo

«Il momento è paragonabile soltanto con ciò che accadde quando si decise di costruire l’autostrada “del Sole”. All’epoca, il cantiere per l’arteria autostradale principale, che avrebbe connesso il Mezzogiorno con il nord, apertosi a Milano, trasformò radicalmente tutto il panorama industriale e sindacale del Paese. L’approccio tecnico, la costruzione stessa dei piloni, dei ponti, i trafori, le sfide dell’ingegneria civile, la gran massa di lavoratori che da sud migrarono verso le città interessate dall’opera autostradale, sono alcuni degli aspetti che resero epica l’impresa. Con l’autostrada del sole nasceva l’Italia, più o meno come la conosciamo adesso, con sconosciute località divenute sinonimo di viaggio, di coda, di migrazione: Roncobilaccio, Barberino del Mugello, e poi fin giù a Napoli, dove si immaginava sempre il sole. Con l’autostrada del sole anche il sindacato è cambiato, partecipando alla costruzione di una coscienza civile nazionale, diffusa anche attraverso le immagini dei cantieri e del lavoro industriale: il sindacato è diventato, a tutti gli effetti, nazione dei diritti, paese unico del lavoro».

«Oggi, esattamente a cinquant’anni da allora, a quaranta dal cantiere dell’autostrada del sole, siamo molto prossimi ad un’altra trasformazione. Le stagioni epiche, di grandi mutazione sociale, si possono capire soltanto dopo molto tempo dal loro generarsi, così noi oggi continuiamo, sbagliando in buona fede, ad usare i vecchi strumenti del sindacato industriale, magari preoccupati di non abbracciare tutta la veduta su ciò che sta per accadere. Con la Brebemi, in ogni modo, sarà un’epoca di separazione. Questa non è un’opera nazionale, non connette culture, non rende possibili incontri fra etnie differenti perché lega parti assai distanti: la Brebemi sarà la prima grande opera capace di connettere culture, far incontrare etnie, velocizzare la mobilità semplicemente rimanendo in Lombardia. Questo nuovo e speriamo innovativo cantiere impegnerà, si prevede, oltre 1500 addetti, in una dimensione lavorativa multietnica e multiculturale, occupati da varie aziende subappaltanti. Sarà il più coinvolgente teatro della tecnologia edilizia, e sarà anche il luogo dove il fenomeno del cantiere multietnico toccherà il suo estremo. La Lombardia sarà sufficiente a se stessa, il suo territorio sarà esaltato in Europa come unico esempio di infrastrutture locali molto complesse. Saremo una parte d’Europa, centrali, connessi anche grazie alla futura apertura del Corridoio 5 – che connette il Portogallo con la Russia – e saremo esposti al mondo con l’Expo. Saremo in grado di fare cose grandissime, senza precedenti, saremo la parte più innovativa dell’Italia, sapremo tirare fuori il Paese dalla crisi».

«Ma forse rischiamo di essere distratti. Il resto del Paese non starà alla finestra, non sarà pronto ad applaudire i bravi e volenterosi lombardi, si muoverà. Saranno nuove altre emigrazioni da sud a nord, saranno nuove tensioni, saremo ancora una porzione di modernità in un Paese senza tanta voglia di correre. Saremo sindacalisti però se sapremo conservare l’umiltà e l’attenzione verso gli ultimi, verso i migranti, verso le donne impegnate nella logistica e nei servizi quanto nei confronti degli uomini nei cantieri. Sapremo essere moderni soltanto se sapremo usare la legalità come uno strumento efficace per lo sviluppo, per gli incontri, per la ricchezza di un territorio. La legalità non dovrà mai nascondere la paura verso una sfida così complessa, la legalità non dovrà essere l’esercizio del ricatto tra sindacato e imprese, tra imprese e lavoratori, tra lavoratori bisognosi e datore di lavoro. La legalità che abbiamo in testa a Bergamo, come mi auguro nel resto del Paese, è strumento e luogo dove sviluppare la Brebemi facendone ancora un’opera capace di connettere l’Italia intera. Specificando almeno uno degli strumenti possibili per l’esercizio della legalità, sottolineo la contrattazione d’anticipo: prevedere e programmare la sfera globale dei rapporti tra il lavoratore e l’impresa, in materia di salario, di sicurezza, di spettanze contributive e pensionistiche, di responsabilità nominale».

«Tale strumento di legalità, anticipando le crisi, e prevenendo gli incidenti, consente di introdurre alcuni elementi di innovazione a favore della trasparenza: la safety card, una carta elettronica su modello di quella sanitaria, dove “caricare” tutti i dati del lavoratore – curriculum vitae, specializzazioni, corsi per la sicurezza di cantiere, patenti e status – anche culturali, nel pieno rispetto della privacy. Tale semplice strumento per l’accesso in cantiere ritengo sia un punto di partenza contro il caporalato, contro eventuali infiltrazioni criminali, contro la confusione che un’opera di tali dimensioni potrebbe generare. Si potrebbe e si dovrebbe continuare attivando anche una piattaforma web, per rendere pienamente trasparente i rapporti tra l’opera e la cittadinanza, pubblicando anche lo stato d’avanzamento e il rispetto dei parametri ambientali».

«La Brebemi dovrà essere anche una grande opera responsabile, capace di contribuire al rafforzamento della natura e dell’ambiente ecologico: il verde e il silenzio, l’aria pulita dovranno essere il confine tecnologico entro cui muovere la grande macchina produttiva edilizia. Vista da lontano, con un distacco che non possiedo, sembra un monumento al separatismo nordista, mentre credo che possa essere la più importante manifestazione di efficienza nazionale: il cantiere per eccellenza, come lo è stato quello per l’ospedale nuovo a Bergamo. Sindacalisti, lavoratori, imprese, Asl, banche coinvolte in un unico progetto trasparente, solidale, sicuro. Non credo che possa esistere un modo particolare, personalizzato, autoreferenziale di essere promotore e attore di legalità: esiste soltanto un modo per essere legali e moderni, quello della sicurezza ad ogni passo. Sicurezza nei rapporti, sicurezza nel lavoro di cantiere, sicurezza sociale di avere un alloggio adeguato per sé e per la propria famiglia, sicurezza per l’ambiente, sicurezza dei soldi – a questo scopo propongo la tracciabilità totale dei pagamenti e della liquidità, dallo stipendio del lavoratore alla grande transazione per le forniture – affinché nessuna brutale e pericolosa organizzazione criminale possa infiltrarsi, ripulendo se stessa in 1.488.000.000 euro. Sarebbe bello frequentare il cantiere della Brebemi come se si frequentasse una scuola, un luogo dove recarsi per imparare, ognuno con le proprie competenze specifiche. Intanto, per ciò che mi riguarda, saremo attenti sindacalisti, coscienti del valore delle grandi opere per uscire dalla crisi occupazionale, ma sindacalisti. Null’altro che noi stessi».

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